ECONOMIA CIRCOLARE - GREAN DEAL - ECONOMIA BLU - BIOMIMETICA

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  1. KIARAREBEL
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    https://www.europarl.europa.eu/news/it/hea...anza-e-vantaggi

    20150703PHT73951-cl

    Economia circolare: definizione, importanza e vantaggi

    https://www.europarltv.europa.eu/it/progra...use-and-recycle

    Nell’Unione europea si producono ogni anno più di 2,5 miliardi di tonnellate di rifiuti. L’UE sta aggiornando la legislazione sulla gestione dei rifiuti per promuovere la transizione verso un’economia circolare, in alternativa all’attuale modello economico lineare.

    A marzo 2020 la Commissione europea ha presentato, sotto il Green deal europeo in linea con la proposta per la nuova strategia industriale, il piano d'azione per una nuova economia circolare che include proposte sulla progettazione di prodotti più sostenibili, sulla riduzione dei rifiuti e sul dare più potere ai cittadini, come per esempio attraverso il 'diritto alla riparazione'. I settori ad alta intensità di risorse, come elettronica e tecnologie dell'informazione e della comunicazione, plastiche, tessile e costruzioni, godono di specifica attenzione.

    A febbraio 2021 il Parlamento europeo ha votato per il nuovo piano d’azione per l’economia circolare, chiedendo misure aggiuntive per raggiungere un’economia a zero emissioni di carbonio, sostenibile dal punto di vista ambientale, libera dalle sostanze tossiche e completamente circolare entro il 2050. Sono anche incluse norme più severe sul riciclo e obiettivi vincolanti per il 2030 sull’uso e l’impronta ecologica dei materiali.

    Ma che cos’è esattamente l’economia circolare? Quali sono i motivi e i vantaggi che spingono verso tale cambiamento?

    Che cos’è l’economia circolare?
    L’economia circolare è un modello di produzione e consumo che implica condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo dei materiali e prodotti esistenti il più a lungo possibile.


    In questo modo si estende il ciclo di vita dei prodotti, contribuendo a ridurre i rifiuti al minimo. Una volta che il prodotto ha terminato la sua funzione, i materiali di cui è composto vengono infatti reintrodotti, laddove possibile, nel ciclo economico. Così si possono continuamente riutilizzare all’interno del ciclo produttivo generando ulteriore valore.

    I principi dell’economia circolare contrastano con il tradizionale modello economico lineare, fondato invece sul tipico schema “estrarre, produrre, utilizzare e gettare”. Il modello economico tradizionale dipende dalla disponibilità di grandi quantità di materiali e energia facilmente reperibili e a basso prezzo.

    Il Parlamento europeo chiede l’adozione di misure anche contro l'obsolescenza programmata dei prodotti, strategia propria del modello economico lineare.

    Perché è necessaria la transizione verso un’economia circolare?


    Ci troviamo di fronte a un aumento della domanda di materie prime e allo stesso tempo a una scarsità delle risorse: molte delle materie prime e delle risorse essenziali per l’economia sono limitate, ma la popolazione mondiale continua a crescere e di conseguenza aumenta anche la richiesta di tali risorse finite.


    Questo bisogno di materie prime crea una dipendenza verso altri paesi: alcuni stati membri dell’UE dipendono da altri paesi per quanto riguarda l’approvvigionamento.

    Non dobbiamo poi dimenticare l’impatto sul clima: i processi di estrazione e utilizzo delle materie prime producono un grande impatto sull’ambiente e aumentano il consumo di energia e le emissioni di anidride carbonica (CO2). Un uso più razionale delle materie prime può contribuire a diminuire le emissioni di CO2.

    Quali sono i vantaggi?


    Grazie a misure come prevenzione dei rifiuti, ecodesign e riutilizzo dei materiali, le imprese europee otterrebbero un risparmio e ridurrebbero nel contempo le emissioni totali annue di gas serra. Al momento la produzione dei materiali che utilizziamo ogni giorno è responsabile del 45% delle emissioni di CO2.

    La transizione verso un’economia più circolare può portare numerosi vantaggi, tra cui:

    Riduzione della pressione sull’ambiente
    Più sicurezza circa la disponibilità di materie prime
    Aumento della competitività
    Impulso all’innovazione e alla crescita economica (un aumento del PIL dello 0,5%)
    Incremento dell’occupazione – si stima che nell’UE grazie all’economia circolare potrebbero esserci 700.000 nuovi posti di lavoro entro il 2030.
    Con l’economia circolare i consumatori potranno avere anche prodotti più durevoli e innovativi in grado di far risparmiare e migliorare la qualità della vita. Ad esempio, ricondizionare i veicoli commerciali leggeri anziché riciclarli potrebbe portare a un risparmio di materiale per €6,4 miliardi all’anno (circa il 15% della spesa per materiali) e €140 milioni in costi energetici, con una riduzione delle emissioni di gas serra pari a 6,3 milioni di tonnellate.




     
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  2. KIARAREBEL
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    https://it.wikipedia.org/wiki/Economia_circolare

    Economia circolare

    che-cos-e-l-economia-circolare

    Economia circolare è un termine che definisce un sistema economico pensato per potersi rigenerare da solo garantendo dunque anche la sua ecosostenibilità. Secondo la definizione che ne dà la Ellen MacArthur Foundation, in un'economia circolare i flussi di materiali sono di due tipi: quelli biologici, in grado di essere reintegrati nella biosfera, e quelli tecnici, destinati ad essere rivalorizzati senza entrare nella biosfera.

    In particolare, l’economia circolare è un modello di produzione e consumo attento alla riduzione degli sprechi delle risorse naturali e consistente in condivisione, riutilizzo, riparazione e riciclo di materiali e prodotti esistenti il più a lungo possibile. Una volta che il prodotto ha terminato la sua funzione, i materiali di cui è composto, laddove possibile, vengono reintrodotti nel ciclo economico e possono essere continuamente riutilizzati all’interno del ciclo produttivo generando ulteriore valore. I principi dell’economia circolare contrastano con il tradizionale modello economico lineare, fondato su uno schema opposto: estrarre, produrre, utilizzare e gettare. Tale modello, sensibile a mere ragioni di gettito e di prelievo, dipende dalla disponibilità di grandi quantità di materiali ed energia facilmente reperibili e a basso prezzo.

    Correnti di pensiero

    Schema economia circolare
    L'accezione di economia circolare può essere ricondotta a diverse correnti di pensiero; è difficile stabilire una data certa o un autore particolare da cui ha avuto origine quest'idea, dal momento che il fatto di trarre ispirazione dai processi biologici dei viventi è un modello di pensiero risalente nel tempo. Le applicazioni pratiche ai sistemi economici moderni ed ai processi industriali risalgono agli anni '70. L'idea di un circuito circolare dei materiali venne presentata nel 1966 da Kenneth E. Boulding nel suo articolo "The Economics of the Coming Spaceship Earth". Nel 1976, in un rapporto presentato alla Commissione europea, dal titolo "The Potential for Substituting Manpower for Energy", Walter Stahel e Genevieve Reday delinearono la visione di un'economia circolare e il suo impatto sulla creazione di posti di lavoro, risparmio di risorse e riduzione dei rifiuti. La ricerca venne pubblicata nel 1982 nel libro Jobs for Tomorrow: The Potential for Substituting Manpower for Energy.

    La promozione dell'economia circolare venne identificata come la politica nazionale nel 11º piano quinquennale della Cina a partire dal 2006. La Ellen MacArthur Foundation, un ente indipendente nato nel 2010, ha recentemente delineato l'opportunità economica di questo modello.

    I maggiori obiettivi dell'economia circolare sono l'estensione della vita dei prodotti, la produzione di beni di lunga durata, le attività di ricondizionamento e la riduzione della produzione di rifiuti. Insiste inoltre sull'importanza di vendere servizi piuttosto che prodotti, in riferimento al concetto della "functional service economy", che rientra nella nozione più ampia di "performance economy".

    Base scientifica
    L'economia circolare prende spunto dai meccanismi di retroazione non lineari che contraddistinguono i sistemi viventi e assume che i sistemi economici debbano funzionare come organismi in cui le sostanze nutrienti sono elaborate e utilizzate, per poi essere reimmesse nel ciclo sia biologico che tecnico. Da qui deriva il concetto ricorrente, nell'ambito dell'economia circolare, di "ciclo chiuso" o "rigenerativo".

    Come nozione generica trae da un certo numero di approcci più specifici, tra cui Cradle to Cradle, biomimetica, ecologia industriale e economia blu. Il concetto di economia circolare dovrebbe costituire un quadro di riferimento per il pensiero, e i suoi sostenitori sostengono che sia un modello coerentemente valido come risposta alla fine dell'era del petrolio a buon mercato e dei materiali.


     
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  3. KIARAREBEL
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    https://www.europarl.europa.eu/news/it/hea...amente-neutrale

    Green Deal europeo: la chiave per un’UE sostenibile e climaticamente neutrale

    iaicom1960_1

    Il Parlamento vuole che il Green Deal sia al centro del pacchetto UE per la ripresa post-COVID-19. Ecco la tabella di marcia verso la neutralità climatica in Europa

    Il rallentamento delle attività economiche dovuto alla pandemia di COVID-19 ha portato a una riduzione delle emissioni di CO2 ma ha indebolito i paesi europei, che si trovano a dover fronteggiare una recessione. In una risoluzione adottata il 15 maggio 2020 il Parlamento ha chiesto un ambizioso piano per la ripresa articolato attorno al Green Deal europeo.

    In risposta alle richieste del Parlamento, la Commissione europea ha presentato il piano per la ripresa “Next Generation EU” il piano dell'UE per la ripresa economica, approvato dal Parlamento nel febbraio 2021. Il piano va di pari passo con il bilancio a lungo termine dell’UE per il 2021-2027, con l’obiettivo di costruire un’Europa più verde, inclusiva, digitale e sostenibile e rafforzare la resilienza dell’UE alle crisi future, come la crisi climatica.

    A novembre 2019 il Parlamento ha dichiarato l’emergenza climatica chiedendo alla Commissione di assicurare che tutte le proposte siano in linea con l'obiettivo di limitare il riscaldamento globale al di sotto di 1,5° C e ridurre in modo significativo le emissioni di gas a effetto serra.

    La Commissione europea ha quindi presentato il Green Deal europeo, la tabella di marcia per raggiungere la neutralità climatica in Europa entro il 2050.

    Scopri i progressi dell’UE nella lotta al cambiamento climatico.

    Green Deal europeo: i primi passi


    Finanziare la transizione verde
    A gennaio 2020 la Commissione europea ha presentato il piano d’investimenti del Green Deal europeo. Si tratta di una strategia per attrarre almeno 1000 miliardi di euro di investimenti pubblici e privati durante i prossimi dieci anni.

    Come parte del piano di investimento, il meccanismo per una transizione giusta dovrebbe attenuare l'impatto socio-economico della transizione verso un'economia sostenibile per le regioni e le comunità maggiormente interessate dal riorientamento. Per aiutare le regioni che dipendono fortemente dal carbone, a maggio 2020 la Commissione ha proposto uno strumento di prestito per il settore pubblico a sostegno degli investimenti verdi. La propostaè stata approvata dal Parlamento europeo a giugno 2021.

    Il Parlamento e il Consiglio europeo hanno raggiunto un accordo sull'introduzione di nuove fonti di entrata per finanziare il bilancio e il piano per la ripresa. Le nuove risorse proprie dovrebbero includere i ricavati del sistema di scambio delle quote di emissione (ETS dall'inglese Emissions Trading Scheme) e del meccanismo di aggiustamento del carbonio alla frontiera, ovvero una tassa sull'importazione di determinate merci.

    A giugno 2020, il Parlamento ha adottato una nuova legislazione sugli investimenti sostenibili. Lo scopo delle nuove norme è quello di promuovere gli investimenti verso le attività economiche rispettose dell’ambiente ed evitare di finanziare progetti 'greenwashing', cioè progetti che si dichiarano verdi, ma che non sono realmente sostenibili. A novembre del 2020, gli europarlamentari hanno anche richiesto una transizione dal sistema di attività economiche non sostenibili a quello di attività sostenibili, a loro parere cruciale per sviluppare l'autonomia strategica a lungo termine UE e per aumentare la resilienza europea.

    Scopri come il meccanismo per una transizione giusta aiuterà le comunità UE per la transizione verso un'economia più verde.


    Integrare la neutralità climatica nella giurisdizione
    A marzo 2020 la Commissione ha proposto la legge europea sul clima. Si tratta di un quadro normativo per raggiungere l’obiettivo di neutralità climatica entro il 2050. A gennaio 2020 il Parlamento europeo aveva chiesto obiettivi di riduzione delle emissioni più ambiziosi di quelli inizialmente proposti dalla Commissione.

    Il Parlamento e il Consiglio hanno raggiunto un accordo sull’aumento degli obiettivi di abbattimento delle emissioni UE dal 40% ad almeno il 55% entro il 2030. Il 24 giugno 2021 il Parlamento ha approvato la legge UE sul clima. Gli obiettivi della neutralità climatica fissati per il 2030 per il 2050, diventeranno giuridicamente vincolanti. Questo permetterà all'UE di avvicinarsi al raggiungimento dell’obiettivo di emissioni negative post-2050, confermando al tempo stesso la sua leadership nella lotta globale contro il cambiamento climatico, in vista della COP26 prevista per novembre 2021.

    Tali misure dovrebbero facilitare la trasposizione degli obiettivi in legge e comportando maggiori benefici per: aria, acqua e suolo più puliti, bollette energetiche più economiche, case restaurate, miglioramento dei trasporti pubblici e aumento di stazioni di ricarica per le automobili elettriche, diminuzione dei rifiuti, cibo più sano e un miglioramento della salute per le generazioni presenti e future.

    La strategia a cui punta l'Europa per l'innalzamento degli standard globali e la creazione di opportunità, porterà vantaggi anche alle imprese in quelle aree. Si stima un aumento di posti di lavoro, ad esempio, nel settore delle energie rinnovabili o in quello della ricerca di soluzioni integrate per l'efficienza energetica degli edifici.

    Potenziare l’industria e le piccole e medie imprese europee
    A marzo 2020 la Commissione ha anche presentato una nuova strategia industriale per l’Europa. La strategia punta a sostenere la transizione delle imprese europee verso la neutralità climatica e un futuro digitale. A novembre il Parlamento ha richiesto una revisione della proposta che rifletta l'impatto della pandemia sul settore industriale. Gli europarlamentari vogiono che l'UE sostenga l'industria in due fasi distinte: una incentrata sulla ripresa e l’altra sulla trasformazione e l'aumento di autonomia. Nel maggio 2021 la Commissione ha proposto un aggiornamento della strategia industriale.

    Le aziende europee sono per il 99% piccole e medie imprese che rappresentano il 50% del PIL dell’Unione europea e sono responsabili per 2 posti di lavoro su 3. La Commissione europea ha proposto una nuova strategia per le piccole e medie imprese, per promuovere innovazione, ridurre la burocrazia e favorire un miglior accesso ai finanziamenti. Il Parlamento europeo dovrebbe votare nella plenaria di dicembre la posizione sulla strategia iniziale per piccole e medie imprese, con la richiesta che la Commissione la aggiorni alla luce della crisi dovuta alla pandemia, con enfasi sui problemi di liquidità e sugli aspetti digitali e con il proprio sostegno per la transizione verso un'economia più verde.

    Leggi di più sulle sfide che la nuova strategia industriale dovrà affrontare.


    Promuovere un’economia circolare
    Sempre a marzo 2020, la Commissione ha presentato un piano d’azione per l’economia circolare, che include misure per tutte le fasi del ciclo di vita dei prodotti. L’obiettivo è promuovere la circolarità dei processi produttivi, favorire un consumo sostenibile e ridurre la quantità di rifiuti. Il piano d’azione si concentrerà su elettronica e tecnologie dell'informazione e comunicazione, batterie, veicoli, imballaggi, plastica, prodotti tessili, costruzione, edilizia e prodotti alimentari.

    Creare un sistema alimentare sostenibile
    Il settore alimentare è una delle principali cause del cambiamento climatico. Il settore agricolo dell’UE è l’unico al mondo ad aver ridotto le emissioni di gas serra, con un calo del 20% rispetto ai livelli del 1990. Tuttavia il settore rimane responsabile di circa il 10% delle emissioni, di cui il 70% sono causate dall’allevamento.

    La strategia ‘dai campi alla tavola’ presentata dalla Commissione a maggio 2020 punta a garantire un sistema alimentare equo, salutare e ecosostenibile, sostenendo al tempo stesso i produttori. La strategia riguarda l’intera catena alimentare, dalla riduzione dell’uso di pesticidi e fertilizzanti e delle vendite di antibiotici fino all’aumento dell’agricoltura biologica.

    Preservare la biodiversità
    Un milione di specie al mondo è a rischio d’estinzione. Per contrastare la perdita di biodiversità, a maggio 2020 l’UE ha presentato una strategia sulla biodiversità, che punta a proteggere la natura e fermare la degradazione degli ecosistemi.

    L'8 giugno, il Parlamento europeo ha adottato la sua posizione riguardo alla strategia europea sulla biodiversità per il 2030: riportare la natura nelle nostre vite, insistendo affinché la sua attuazione sia coerente con altre strategie del Green Deal europeo.

    Scopri di più a proposito della strategia europea sulla biodiversità per il 2030

    Il Parlamento europeo ha invocato una gestione sostenibile delle foreste, dato che queste ultime ricoprono un ruolo essenziale nell'assorbimento e nella compensazione delle emissioni di carbonio. Il Parlamento ha anche riconosciuto il contributo delle foreste nel fornire lavoro per le comunità rurali e il ruolo che l'UE potrebbe svolgere nella protezione e nel ripristino delle foreste nel mondo.



     
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    https://www.europarl.europa.eu/news/it/hea...microbica-video

    Superbatteri: il progetto del Parlamento per combattere la resistenza antimicrobica



    25.000 persone muoiono ogni anno nell’UE a causa di infezioni da batteri multiresistenti sempre più diffusi. Il Parlamento ha un piano per combattere il fenomeno

    Sono circa 700.000 le persone che nel mondo perdono la vita ogni anno a causa della resistenza antimicrobica (AMR, dall’inglese antimicrobial resistance), 25.000 delle quali in Europa. Si teme addirittura che entro il 2050 i decessi causati da superbatteri saranno più delle morti per tumore. il termine "resistenza antimicrobica" fa riferimento alla resistenza ai farmaci utilizzati per curare le infezioni causate non soltanto da batteri, ma anche da altri microbi come parassiti, virus e funghi.

    Che cosa sono gli antimicrobici?
    Si tratta di antibiotici, antivirali, antifungini e antiprotozoari. Queste sono sostanze attive di sintesi o di origine naturale che debellano o inibiscono la crescita di micro organismi.
    Che cosa provoca la resistenza antimicrobica?

    La resistenza antimicrobica è un processo che si verifica naturalmente con il passare del tempo, ma viene accelerato dall’utilizzo scorretto degli antibiotici nella terapia di persone o di animali oppure dal trasferimento di batteri resistenti dagli animali alle persone attraverso contatto diretto o per mezzo della catena alimentare.

    Altri fattori che contribuiscono negativamente allo sviluppo della resistenza antimicrobica sono il rilascio nell’ambiente di sostanze antimicrobiche, lo smaltimento scorretto dei farmaci inutilizzati nella falda acquifera. Anche la mancanza di innovazione e dello sviluppo di nuovi antibiotici contribuisce al fenomeno.

    Dal 1999 l’UE ha investito più di €1.3 miliardi in ricerca sulla resistenza antimicrobica, ma il problemasi sta espandendo e secondo gli eurodeputati bisogna fare di più.

    Quali sono le richieste degli eurodeputati?

    La Commissione Ambiente, sanità pubblica e sicurezza alimentare ha approvato il 20 giugno 2018 una relazione stilata dalla deputata austriaca dei Socialisti e Democratici Karin Kadenbach sul nuovo Piano d'azione europeo "One Health" contro la resistenza antimicrobica.

    Nella relazione gli eurodeputati sottolineano la necessità di basare tutte le strategie per combattere la resistenza antimicrobica sul principio “One Health”. Secondo questo principio, la salute umana, il benessere animale e l’ambiente sono interconnessi, le malattie si trasmettono da uomo ad animale e viceversa e per debellarle bisogna curarle negli uni e negli altri.

    Gli eurodeputati insistono sull’importanza di un uso corretto e prudente degli antimicrobici e propongono quindi di limitare la vendita di antibiotici da parte di medici e veterinari e di combattere la vendita illegale.

    Nella relazione si chiede di stimolare gli investimenti per la ricerca e lo sviluppo di nuovi farmaci antimicrobici, pressoché ferma da vent’anni, e incentivare l’utilizzo di strumenti di individuazione precoce per comprendere se la causa dell’infezione sia virale o batterica.

    Gli eurodeputati lanciano infine un appello per promuovere la diffusione di buone pratiche igieniche e aumentare la consapevolezza dei rischi legati all’utilizzo eccessivo di farmaci e all’automedicazione. Ad esempio il 44% degli europei non sa che gli antibiotici non sono efficaci nel trattamento di raffreddore e influenza.

    Prodotti ad uso veterinario

    Ci sono nuove regole per ridurre l’utilizzo degli antibiotici nell’allevamento. Secondo queste norme, verrà limitato l’uso collettivo e a scopo preventivo di antimicrobici nel settore zootecnico e i prodotti alimentari provenienti dall’estero dovranno essere in linea con gli standard europei per quanto riguarda l’uso di antibiotici.
     
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  5. KIARAREBEL
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    www.day-one.biz/green-deal-innovazione/

    IL GREEN DEAL EUROPEO E IL RUOLO DELL’INNOVAZIONE TECNOLOGICA – UNA PANORAMICA

    Schermata-2020-05-27-alle-15.56.00

    Green Deal europeo: essere il primo continente a impatto zero sul clima attraverso l’innovazione tecnologica.

    Una lotta al cambiamento climatico che vuole diventare il modello di riferimento mondiale.
    Un progetto molto ambizioso, il Green Deal, che interesserà tutto il continente e a cui lavoreranno nel prossimo futuro le principali istituzioni europee.
    Un futuro sostenibile che passa attraverso i finanziamenti europei per la ricerca e l’innovazione Horizon 2020 e Horizon Europe.

    Dagli ultimi mesi dal 2019 la Commissione europea guidata da Ursula von der Leyen ha sottolineato che la priorità dei primi anni del suo mandato sarà una sola: portare avanti con determinazione il Green Deal Europeo, un piano che prevede di mobilizzare 1000 miliardi di euro nei prossimi dieci anni fra fondi del bilancio europeo – almeno il 25% del totale dedicato a progetti green, una cifra che equivale a 485 miliardi di euro fino al 2030 – cofinanziamento privato e prestiti dalla Bei (Banca europea per gli investimenti). L’obiettivo dichiarato è di ridurre del 40 per cento le emissioni entro il 2030 e azzerarle nel 2050. La Bei, ad esempio, ha già annunciato, da parte sua, che il 50 per cento degli investimenti entro il 2025 saranno dedicati a progetti green, con lo scopo di sganciare la dall’utilizzo delle risorse naturali non rinnovabili e non ecologiche.

    COSA É Il GREEN DEAL EUROPEO?
    Con “European Green Deal” intendiamo una complessa «strategia» – vale a dire una serie di misure, investimenti e leggi di diversa natura – per rendere più sostenibili e meno dannosi per l’ambiente la produzione di energia, gli spostamenti, le abitudini di consumo e lo stile di vita dei cittadini europei. Tali misure saranno realizzate dalle istituzioni europee nei prossimi 30 anni. Al momento, la Commissione ha pianificato i primi 2 anni, forse i più importanti per mettere a punto una struttura che sia in grado di strutturare un progetto così ambizioso e di così lungo periodo.


    Il Green Deal europeo, dunque, è una “tabella di marcia” per rendere sostenibile l’economia dell’UE. La creazione di una nuova e organica strategia per la crescita– che trasformi l’Unione in un’economia moderna – prevede una serie di punti fondamentali da toccare:

    entro il 2050 non devono essere più generate emissioni nette di gas a effetto serra;
    la crescita economica deve essere dissociata dall’uso delle risorse naturali;
    promuovere l’uso efficiente delle risorse passando a un’economia pulita e circolare;
    ripristinare la biodiversità e ridurre l’inquinamento;
    nessuna persona e nessun luogo deve essere trascurato: mobilitare almeno 100 miliardi di euro per il periodo 2021-2027 nelle regioni europee più colpite dall’inquinamento.




    LE AZIONI PRINCIPALI DEL GREEN DEAL EUROPEO
    I principali sforzi si concentreranno sulla produzione di energia elettrica, che al momento è responsabile del 75% dell’emissione dei gas serra (in particolare CO2) all’intero dell’Unione Europea; ciò equivale, in sostanza, a portare avanti in parallelo investimenti sulla diffusione delle energie rinnovabili e politiche di disincentivo riguardo l’utilizzo di combustibili fossili.

    Il principale problema in questo senso è rappresentato dai paesi dell’Est Europa, dove la diffusione delle energie rinnovabili è molto limitata. Ad esempio la Polonia, che ad oggi ottiene l’80% della propria energia elettrica dal carbone, è l’unico il solo Paese che non ha ancora accettato ufficialmente di azzerare le proprie emissioni nette nel 2050.

    Altro cruciale obiettivo sarà rendere più sostenibili le azioni quotidiane dei cittadini che al momento consumano una grande quantità di energia e che producono una quota eccessiva di rifiuti. Altre azioni da porre in essere nel biennio 2020-2022 riguardano l’introduzione di nuove regole per la costruzione e ristrutturazione di edifici (sia residenziali che commerciali), il potenziamento dei trasporti pubblici su rotaia e l’incentivo ad iniziative imprenditoriali incentrate sull’economia circolare.

    iaicom1960_1

    IL GREEN DEAL EUROPEO E I FINANZIMENTI PER LA RICERCA E L’INNOVAZIONE
    Fondamentale per rendere possibili gli obiettivi del Green Deal è sicuramente l’implementazione di nuove tecnologie che favoriscano la transizione economica Europea. Sin dall’inizio del 2020, l’UE si è mossa concretamente in questa direzione.

    La scadenza (cut-off) del 19 maggio dell’EIC Accelerator di Horizon 2020 è stato completamente dedicato ai temi del Green Deal.

    L’EIC Accelerator di Horizon 2020 è uno strumento che si rivolge a startup e PMI con un elevato potenziale di crescita e di espansione sui mercati. Alla base di questi progetti d’impresa ci sono tecnologie fortemente innovative e commercializzabili. A partire da ottobre 2019 è possibile richiedere, oltre al tradizionale contributo a fondo perduto – per un massimo di 2,5 milioni di euro per singolo progetto – anche una una quota di investimento in equity con la Banca europea per gli investimenti (pari a un massimo di 15 milioni di euro).

    Per la scadenza di maggio è stato previsto un budget pari a 300 milioni di euro, per finanziare progetti che dovranno contribuire in modo significativo ad almeno 1 dei seguenti obiettivi:

    incrementare gli obiettivi di mitigazione e/o adattamento climatico;
    incrementare le fonti di energia pulita, economica e sicura;
    sostenere la transizione dell’industria verso un’economia pulita e/o circolare (compresa la prevenzione e/o il riciclaggio dei rifiuti);
    garantire una maggiore efficienza energetica nell’edilizia;
    accelerare il passaggio ad una mobilità sostenibile e intelligente;
    favorire la transizione verso un sistema alimentare equo, salutare ed ecologico;
    preservare e ripristinare gli ecosistemi e la biodiversità;
    realizzare l’obiettivo di inquinamento zero e un ambiente privo di sostanze tossiche.


    innovation-fund-infographic

    HORIZON EUROPE: IL GREEN DEAL CENTRALE NEL PROGRAMMA 2021-2027
    Come detto, innovazione e ricerca faranno da perno alla realizzazione del Green Deal europeo.

    L’intenzione dell’UE sembrerebbe quella di destinare una quota maggiore dei fondi previsti dal Qfp a Horizon Europe, il prossimo programma europeo per la ricerca e l’innovazione (2021-2027), rispetto all’esercizio finanziario precedente (2014-2020)

    83,491 milioni: la proposta della Commissione;
    120,000 milioni: proposta del Parlamento europeo;
    80,900 milioni: proposta del presidente del Consiglio europeo, Charles Michel.
    Nonostante le cifre oscillino (e non di poco), risulta chiara la volontà di conferire al prossimo programma di ricerca scientifica e di sviluppo di realtà imprenditoriali innovative dell’UE una quota più consistente rispetto al passato. Secondo la proposta della Commissione europea, il 35% del budget complessivo che sarà destinato a Horizon Europe sarà a favore di progetti di ricerca e innovazione per sostenere la transizione energetica nell’ambito del Green Deal.

    Inoltre, la Commissione Europea ha anche creato una apposita call di Horizon 2020, programmata per metà settembre 2020, dal valore di circa 1 miliardo di euro che abbiamo approfondito in questo articolo sul nostro blog: Green Deal europeo: i bandi Horizon 2020 previsti per settembre 2020




     
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