FUTURE OPERATING ENVIRONMENT post 2035 - STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO

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  1. KIARAREBEL
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    INDICE

    INTRODUZIONE
    SCOPO
    OBIETTIVO
    METODO
    LE SFIDE E IL VANTAGGIO STRATEGICO


    1. IL CONTESTO STRATEGICO
    1.1 STRATEGIC FUTURE TRENDS E AMBIENTE OPERATIVO FUTURO
    1.1.1 Premessa
    1.1.2 Scenari Futuri
    1.1.3 Centralità del Fattore Umano
    1.2 Minacce e Attori
    1.3 Warfare Passato Presente e Futuro

    2. CARATTERISTICHE DEL CONTESTO OPERATIVO
    2.1 Tecnologie dirompenti, verso un nuovo carattere del Warfare
    2.2 Convergenza, tecnologia e game changer
    2.2.1 Potenziali game changer sino al 2035
    2.2.2 Pontenziali game changer dal 2035
    2.3 Degrado delle Megacities
    2.4 La Frontiere del Sottosuolo
    2.5 La Dimensione Spazio
    2.6 Multidomain Operation e Contesto Urbanizzato del Future Operating Environment
    2.7 Umanizzazione vs Scenari alternativi della competizione internazionale: zone litoranee e artico

    3. IMPLICAZIONI E DEDUZIONI MILITARI PER LA FORZA TERRESTRE
    3.1 PREPARE
    3.2 PROJECT
    3.3 ENGAGE
    3.4 PROTECT
    3.5 SUSTAIN
    3.6 INFORM
    3.7 CONSULT, COMMAND AND CONTROL

    4. CONCLUSIONI

    5. TENDENZE

    PRINCIPALI RIFERIMENTI


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    1.1 STRATEGIC FUTURE TREND E AMBIENTE OPERATIVO FUTURO

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    1.1.1 Premessa
    La metodologia utilizzata nella redazione del documento con riferimento con riferimento alle principali pubblicazioni alleate, evidenzia le situazioni di insatabilità che maggiormente caratterizzeranno gli scenari futuri:
    - concorrenza per l'accesso ai beni comuni dell'umanità;
    - possibilità di apertura del cosiddetto fianco est;
    - impatto di tecnologie DISRUPTIVE;
    - alta incidenza della minaccia CYBER;
    - disastri naturali su larga scala;
    - esplosioni demografiche nella megacities;
    - emergere di attori non statuali in conflitto tra loro;
    - capacità di dominare il contesto spaziale;
    - minaccia di conflitti statuali;
    - uso di armi di distruzione di massa.

    Da tale complessità discendono, quindi, quelle che la NATO definisce 5 prospettive militari strategiche che sottolineano i caratteri ai quali dovrà ispirarsi una moderna forza militare ossia essa dovrà essere: CREDIBILE, AGILE, AWARE, NETWORKED, RESILIENT. Tali caratteristiche risultano assolutamente valevoli anche nel quadro di riferimento nazionale.




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    TECNOLOGIA

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    In analogia a quanto occorso all'inizio del XX secolo con lo sviluppo tecnologico che aveva risentito delle "rivoluzioni della modernità", il XXI secolo si caratterizza, per quanto attiene allo sviluppo tecnologico, per una stretta dipendenza dai fenomeni riguardanti la globalizzazione della comunità mondiale e la digitalizzazione avviata negli anni '90 del secolo scorso.

    La necessità di essere perennemente interconnessi, la disponibilità di sistemi in grado di accorciare le distanze comunicative e la possibilità di analizzare una grossa mole di informazioni in poco tempo, dranno luogo a tecnologie sempre più estreme che agiranno sul dominio cognitivo e morale della componente umana. Al contempo, i progressi nel campo della biomeccanica e nella robotica con intelligenza artificiale porteranno verso un'automatizzazione sempre crescente dei servizi per la comunità civile, oltre a integrare il dominio fisico della componente umana (esoscheletri).


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    MINACCE E ATTORI

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    Le future operazioni saranno ulteriormente caratterizzate dall'indeterminatezza della minaccia. Gli avversari saranno in grado di adattarsi e di modificare la propria postura e le proprie abitudini operative cercando di: prevenire l'accesso ai Teatri Operativi in tutti i domini, contrastare la superiorità tecnologica delle forze multinazionali e minacciare la comunità nazionale e le popolazioni locali.

    I conflitti moderni si svilupperanno, verosimilmente, su molteplici domini simultaneamente connessi e concorrenti, finalizzati a realizzare effetti sulle dimensioni cognitiva, morale e fisica, attraverso l'uso combinato di forza militare, azioni diplomatiche, economiche e politiche e altri sistemi eminentemente non militari.

    L'ambiente operativo sarà verosimilmente caratterizzato da una serie di minacci e di rischi, diversificati per tipo, dimensione, capacità e direzione di provenienza ma che, sempre più spesso, potranno essere integrati in network che agiscono come moltiplicatori, di efficienza e, soprattutto, di efficacia.


    Le minacce che le forze terrestri potranno incontrare saranno di forma e consistenza variabile nel tempo. Potranno, ad esempio, assumere le fattezze di unità militari ben organizzate, tecnologicamente avanzate e chiaramente identificabili oppure essere costituite da insurrezionisti armati che cercheranno di rovesciare un governo legittimo mediante la combinazione di violenza e sovversione.

    Particolare rilevanza assumerà la crescente minaccia nel dominio cibernetico, ambito in cui i differenti avversari cercheranno di trovare maggiori spazi di manovra. Nello specifico, tale minaccia sarà da intendersi come l'insieme delle azioni finalizzate a compromettere l'integrità di dati, sistemi informativi e info-strutture critiche, con particolare riferimento ai sistemi di comando e controllo e di comunicazione di complessi interforze e multinazionali.


    L'area delle operazioni sarà verosimilmente caratterizzata da:
    - difficoltà di individuazione e di monitoraggio di una minaccia variabile e, per certi versi, invisibile;
    - condotta di attività ostili prevalentemente asimmetriche/ibride;
    - persistenza di situazioni d'instabilità che richiederanno una spiccata adattabilità operativa delle forze, le quali dovranno disporre, attraverso un'intensa attività d'intelligence, di una esaustiva "JOINT COMPREHENSIVE OPERATIONAL PICTURE".


    Alla luce del quadro esposto, è quindi possibile identificare almeno tre diversi tipi di potenziali avversari:
    - nazioni; per quanto improbabile, resta sempre possibile che l'Italia, eventualmente nell'ambito di alleanze e coalizioni, sia coinvolta in uno scontro con altri Stati;
    - fazioni ostili interne a uno Stato; a causa della recente proliferazione di conflitti intra-statuali, unità militari nazionali potranno trovarsi a fronteggiare fazioni ostili a un governo legittimo, che mirino alla destabilizzazione locale e si oppongano alla volontà della comunità internazionale in aree di crisi regionale;
    - soggetti transnazionali non-statuali; la componente terrestre potrà essere chiamata a contrastare individui e gruppi transnazionali piò o meno strutturati di terroristi e/o criminali, il cui livello di ambizione e le cui capacità sono cresciute nel tempo.




    Le Forze Terrestri dovranno quindi essere in grado di fronteggiare una qualsiasi combinazione di minacce (simmetrica, asimmetrica e ibrida)
    su tutto lo spettro dei conflitti. In aggiunta, dovranno avere la capacità di affrontare pericoli che possono coesistere nell'ambito della stessa area di operazione, come malattie o epidemie su larga scala, disastri naturali, inquinamento industriale e catastrofi umanitarie quali carestie o siccità. Ad esempio, in una stessa area, le unità dell'Esercito potrebbero trovarsi a gestire le conseguenze di una grave carestia (emergenza umanitaria), l'insistenza di bande irregolari armate che trafficano in armi o droga (criminalità organizzata) e le attività sovversive di gruppi terroristici (insurrezione).


    Nell'ipotesi peggiore, potrebbero dover anche affrontare contemporaneamente gli attacchi portati da elementi ribelli interni alle forze amiche (INSIDER THREAT) e le azioni delle forze regolari di uno Stato che si oppone all'intervento nell'area di crisi.

    Analogamente, sul territorio nazionale, lo strumento militare terrestre dovrà avere la capacità di gestire le emergenze derivanti dal verificarsi di gravi eventi calamitosi (terremoti, alluvioni, eruzioni vulcaniche, ecc.) e di fronteggiare l'insorgere di movimenti xenofobi piuttosto che il verificarsi di violente manifestazioni di protesta popolare dovute a sentimenti di intolleranza razziale e/o religiosa.
     
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