Hydra Vulgaris 2.0:Creatura Vivente Immortale che si nutre di GRAFENE nelle iniezioni di covid-Xenobot? Micro-nano cubi Palesi MEMS (Micro Electro Mechanical System -ergo Smart Dust)

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    Xenobot 2.0, la nuova versione dei robot biologici viventi

    Xenobot-2.0
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    Ormai viviamo in un periodo storico in cui la fantascienza si fonde con la realtà. Basti pensare alle nanotecnologie, ai nanorobot, ai nanomateriali, ai microbot e a tanto altro. Tutte queste innovazioni sembravano essere pura fantasia qualche anno fa ma, con l’impegno, gli incentivi e la voglia di fare, sono diventate realtà; in grado di migliorare il mondo se utilizzate a fin di bene. A questo punto è giusto parlare degli Xenobot, veri e propri robot biologici viventi, e la loro ultima versione, gli Xenobot 2.0.

    Cosa sono gli Xenobot
    Prima di parlare della nuova versione degli affascinanti Xenobot, bisogna prima capire cosa sono.

    In poche parole questi nuovi e bizzarri esseri viventi sono delle nuove forme di vita create artificialmente in laboratorio. Sono stati messi a punto dai ricercatori dell’università del Vermont, negli Stati Uniti. La loro creazione è avvenuta utilizzando un particolare super computer (chiamato Deep Green-DARPA-, di proprietà dell’università citata poco fa).

    Questo super computer, dotato di una potenza strabiliante, tramite varie e complesse simulazioni ed algoritmi, ha progettato forme di vita nuove, partendo quasi dal nulla. Dopo moltissimi calcoli evolutivi, errori e prove, il super computer è riuscito a generare forme di vita simulate (scartando quelle non idonee e conservando quelle capaci di muoversi ed appunto vivere). In seguito, questo super computer ha ulteriormente migliorato, perfezionato e selezionato le nuove forme di vita fino ad arrivare ad un punto massimo di “creazione”, e questo punto sono esattamente gli Xenobot.

    La messa a punto degli Xenobot
    Successivamente, dopo la creazione virtuale e simulata da parte del super computer, gli scienziati della Tufts University hanno letteralmente assemblato, tramite microchirurgia, questi Xenobot; utilizzando cellule staminali embrionali bioingegnerizzate di rana Xenopo liscio, chiamata scientificamente Xenopus laevis; ecco da dove deriva il nome degli Xenobot.

    Le cellule prelevate dagli embrioni in fase di Blastula (ovvero nella fase sferica) di rana Xenopo liscio sono quelle ectodermiche (dello strato esterno dell’embrione) e miocardiociti (della parte muscolare del cuore in fase embrionale). Le cellule ectodermiche servono come struttura rigida per gli Xenobot mentre i miocardiociti servono come “propulsori” per far muovere questi esseri viventi.

    Incredibilmente il risultato è che gli studiosi hanno creato dei veri e nuovi esseri viventi partendo quasi da zero (e mai visti in natura) e che vivono secondo i calcoli degli scienziati e quindi programmabili come robot.

    Questi esseri viventi sono grandi all’incirca 1mm, e possono vivere fino a dieci giorni, ovvero fin quando durano i nutrienti nelle cellule staminali; ovviamente gli Xenobot possono essere inseriti in “zuppe nutritive di lipidi, proteine e carboidrati” e “ricaricarsi” fino a quando i tessuti non cedono. Una loro bizzarra caratteristica è che se feriti non gravemente, gli Xenobot possono autoripararsi. I primi Xenobot sono stati creati ad inizio 2020, mentre di recente sono stati progettati gli Xenobot 2.0, una nuova versione aggiornata.

    Gli Xenobot aggiornati: ecco gli Xenobot 2.0
    Di recente gli studiosi che hanno realizzato i primi Xenobot sono riusciti a creare una nuova versione migliorata. La versione Xenobot 2.0. Questi nuovi esseri viventi artificiali chiamati Xenobot 2.0 riescono, rispetto ai primi Xenobot, a muoversi più velocemente, a spostarsi facilmente in ambienti diversi, ad essere programmati meglio e ad avere una vita più lunga.

    Gli Xenobot 2.0 hanno sviluppato anche una sorta di ciglia per facilitare i propri movimenti. Infatti i nuovi Xenobot non sono creati tramite un diretto assemblamento microchirurgico, ma dando modo, agli stessi Xenobot 2.0, di autogenerarsi (ovviamente sempre tramite gli “input” del super computer Deep Green) utilizzando ugualmente le cellule staminali manipolate tramite ingegneria genetica degli embrioni di rana Xenopo liscio.

    In questo modo i nuovi Xenobot hanno sviluppato altre caratteristiche molto particolari, come le già citate ciglia in grado di far muovere gli Xenobot 2.0 senza l’utilizzo dei miocardiociti. Inoltre, come la versione precedente, anche gli Xenobot 2.0 possono autoripararsi, in modo ancor più efficiente.

    Il vero prodigio degli Xenobot 2.0
    Uno dei punti forti degli Xenobot 2.0, se non la caratteristica principale, è una memoria di base in grado di memorizzare un bit o alcuni bit di informazioni. Un’interessante dote che nasce da una proteina di natura fluorescente chiamata EosFP. Tale proteina normalmente si illumina di verde, ma può emettere un colore rosso se esposta ad una luce con lunghezza d’onda di 390 nm.

    Per donare una memoria di base agli Xenobot 2.0 gli esperti hanno quindi iniettato nelle cellule degli embrioni di rana l’RNA messaggero che codifica quella proteina che consente agli Xenobot 2.0 di registrare l’esposizione alla luce blu a circa 390 nm.

    Per capire e testare la reale capacità di memoria degli Xenobot 2.0, gli scienziati li hanno fatti nuotare intorno ad una superficie dove un punto è stato illuminato con un fascio di luce a 390 nm.

    Dopo due ore, hanno scoperto che tre robot emettevano luce rossa. Il restante invece luce verde. Questo dimostra che quelli che emettevano luce rossa hanno memorizzato la luce a 390 nm.

    Con successivi studi si possono creare Xenobot in grado di memorizzare maggiori informazioni sia sulla luce che sull’ambiente esterno e successivamente iniziare ad avere consapevolezza di sé stessi ed un’intelligenza propria sottoforma di una coscienza primordiale (la coscienza può essere definita come un’evoluzione massima delle cellule, che appunto riescono a creare una coscienza, un’anima).

    Del resto come i robot artificali (o altri dispositivi elettronici) anche i robot biologici devono essere in grado di avere una memoria interna; in grado poi di far muovere gli Xenobot in base all’ambiente esterno e a far comprendere la realtà
    .

    Altre interessanti caratteristiche degli Xenobot 2.0
    Oltre alla memoria interna e all’autogenerazione, gli Xenobot 2.0 presentano altre innovazioni. Tra queste va citata la capacità di attraversare con precisione piccoli tubi (che simulano vene, capillari ed arterie); da citare anche la miglior efficienza nell’eseguire ordini e compiti, una maggior autonomia ed anche la capacità di muoversi su più grandi superfici piane. Ma non finisce qui.

    Il super computer Deep Green è riuscito a massimizzare gli Xenobot 2.0 anche per il lavoro di squadra in diverse situazioni; creando come un’unica macchina biologica. Ovviamente senza dimenticare la salvaguardia di ogni singolo Xenobot 2.0, del resto il bene di un gruppo deriva dal bene del singolo e dell’individuo, e non viceversa. Così facendo gli scienziati sono riusciti a creare veri e propri sciami di Xenobot 2.0 che collaborano (ognuno con le proprie peculiarità e i propri ruoli) in modo organizzato per compiere un compito. Nelle sperimentazioni gli Xenobot 2.0 sono stati utilzzati per ripulire particelle di ossidi di ferro; ma possono ripulire anche altri tipi di rifiuti.

    Gli utilizzi degli Xenobot 2.0
    Gli Xenobot 2.0 sono un grandissimo passo per la scienza perché uniscono informatica, ingegneria genetica e robotica ai massimi livelli e in un connubio perfetto. Vista la loro incredibile innovazione, gli Xenobot 2.0 possono essere utilizzati per svariati compiti.

    Innanzitutto possono trasportare delle medicine direttamente nel corpo umano per una determinata malattia; possono anche eliminare parti di tumori, pulire le arterie, fare piccoli interventi chirurgici, riparare organi o ossa e tanto altro. Dato che gli Xenobot 2.0 riescono a completare meglio i compiti; e a muoversi con più facilità in luoghi impervi, sono ottimi per curare determinate malattie; evitando tutti gli effetti collaterali di medicine, vaccini e prevenzioni varie. Grazie anche alla “memoria interna biologica” gli Xenobot 2.0 potrebbero riconoscere un determinato problema e prendere autonomamente le giuste decisioni in base anche ai vari stimoli.

    Gli Xenobot 2.0 possono essere utilizzati anche per ambiti non medici e quindi eliminare microplastiche dagli oceani ed anche cercare e catturare, in acqua, nel terreno ed altro, vari tipi di rifiuti (tra cui quelli radioattivi o quelli pericolosi; soprattutto in zone delicate come la Terra Dei Fuochi, dove la camorra, la mafia ed altre organizzazioni deviate hanno interrato rifiuti pericolosi, coi relativi danni atroci). Anche in questo caso la memoria e l’intelligenza degli Xenobot 2.0 possono rendere più efficiente la funzione di “spazzino” di questi esseri viventi artificiali.

    Capire il senso della vita

    Un altro utilizzo utile, se non uno dei più importanti, può essere quello di capire di più su come è nata la vita e l’origine della nostra esistenza. Oltre anche alle varie interazioni tra cellule. Infatti si può comprendere di più, in modo dettagliato, sul più grande mistero e sulla più grande meraviglia dell’universo: la vita.

    Inoltre si può utilizzare il metodo di creazione degli Xenobot per “stampare oppure creare nello stesso corpo umano” organi umani da trapiantare ed evitare le controversie e i rischi (tipo eventuali rigetti) dei classici trapianti di organi.

    Gli utilizzi possono essere tanti e col tempo si possono capire. Sicuramente in futuro gli Xenobot saranno perfezionati, rendendoli molto più efficienti, autonomi, veloci, sensibili, comunicativi, capaci di registrare molte informazioni, organizzati e migliori. La ricerca è sulla buona strada.

    I difetti dei robot biologici viventi
    Giunti a questo punto si può capire che gli Xenobot e gli Xenobot 2.0 sono una grandissima invenzione e un passo importante nella scienza. Ma come in ogni cosa anche questa invenzione va utilizzata a fin di bene. Bisogna evitare di utilizzare gli Xenobot come arma biologica (non è un caso che l’organo militare statunitense DARPA ha finanziato questo progetto, ma si spera bene). Inoltre nuove forme di vita artificiali possono sfuggire al controllo umano e creare danni; infatti ogni invenzione va fatta con disciplina, rigore e serietà.

    Le evoluzioni e le mutazioni degli Xenobot possono comportare problemi di bioetica; del resto fare il gioco di Dio (che alla fine Dio è la natura, l’universo e tutto ciò che esiste) è molto pericoloso. Ma col giusto rispetto si può trovare un ottimo equilibrio. Infatti è giusto fare scoperte e creare cose futuristiche per il bene di tutti, ma bisogna avere tutto sotto controllo e porsi dei giusti limiti.

    Noi siamo umani e dobbiamo trovare la nostra tranquillità, la nostra armonia e la nostra evoluzione. Tutto deve essere sicuro e non bisogna perdere il controllo, sono pur sempre nuove tecnologie e nuove creature viventi.

    I benefici degli Xenobot
    I pregi degli Xenobot sono tanti; si va da utilità in ambiti medici fino ad ambiti ambientali e di ricerca scientifica. In fondo il super computer Deep Green è una sorta di “macchina della vita” e può essere molto utile.

    Altro pregio è che, come quasi ogni forma di vita e diversamente dai robot completamente artificiali, anche gli Xenobot hanno un proprio metabolismo. Ne consegue che quando uno Xenobot assimila un agente inquinante può scinderlo e disgregarlo naturalmente tramite il suo metabolismo e quindi eliminarlo definitivamente e naturalmente; senza dover ricorrere a successivi smaltimenti.

    Inoltre gli Xenobot sono anche biocompatibili (ovvero che non danneggiano le forme di vita ed anzi, possono essere anche d’aiuto) e biodegradabili. Sono una grande invenzione.

    Gli Xenobot quindi, se utilizzati a fin di bene, sono molto utili; ma come ogni cosa vanno gestiti ed organizzati con disciplina, rispetto, morale, onestà, intelligenza, educazione e coscienza.




    Edited by Kill Dogma Revolution ! - 5/12/2021, 20:05
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