Tavola Ouija e il Demone ZOZO - PAZUZU

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    Pazuzu
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    Tavola Ouija e il Demone ZOZO - PAZUZU - Re dei Demoni del Vento

    Zozo , altrimenti noto come il demone della tavola Ouija, è il demone presumibilmente evocato attraverso l'uso di tavole Ouija e altre forme di comunicazione spirituale, come le sedute spiritiche: è un simbolismo della paura/obiezione del cristianesimo all'occulto.

    Retroscena

    Zozo è un angelo caduto bandito dal paradiso eoni fa da Dio. Si dice che fosse il demone che possedeva Roland Doe quando il ragazzo usava una tavola Ouija. Zozo e la possessione sono stati descritti in un libro intitolato L'esorcista sotto il nome di Pazuzu che a sua volta ha ispirato la versione moderna di Pazuzu, che viene dalla cultura babilonese.
    Natura

    Si dice spesso che Zozo imiti le voci dei morti con cui l'utente della tavola Ouija desidera parlare. È un demone crudele e sadico a cui piace depredare le insicurezze e le paure delle persone. Spesso si diverte a dire loro che moriranno presto ed è spesso brutalmente misogino. Ama fingere di essere altri spiriti, spesso fingendo di essere tre spiriti diversi contemporaneamente.

    Può giocare con i sensitivi, ad esempio, se un sensitivo è fermamente convinto che ci siano solo due fantasmi nell'edificio, Zozo li confonderà affermando che invece ci sono nove fantasmi. Aggiungerà anche scenari confusi affermando che è un ragazzino fantasma e che ha paura di uno spirito malevolo che infesta il posto.

    Zozo ama guardare le sue vittime dimenarsi per la confusione e spesso prova piacere quando un essere umano credulone crede alle sue bugie. Zozo è molto sadico e ama guardare gli amici litigare per le sue bugie. È un maestro dell'inganno, il che non sorprende poiché si afferma che il diavolo è il padre di tutte le bugie e Zozo è un potente diavolo all'inferno, sotto Satana.
    Possibili incontri con Zozo

    1951 - Roland Doe era un ragazzo posseduto da Zozo, dopo aver usato una tavola Ouija. Alla fine fu esorcizzato dopo un violento processo da parte di sacerdoti.
    1972 - A Los Angeles, una madre di nome Doris Blither usava una tavola Ouija e si ritrovò perseguitata da un'entità oscura che cercava di fare del male a lei e alla sua famiglia.
    1977 - 1979 - Enfield Poltergeist a Enfield, in Inghilterra, dove una famiglia fu afflitta da una forza malvagia.
    2012 - Lapide, Nevada. Un piccolo gruppo di soldati era fuori servizio e ha deciso di scherzare con una tavola Ouija solo per divertimento. Entrarono in contatto con un presunto spirito che disse loro che era morto a Tombstone. Sulla via del ritorno, uno degli uomini è stato posseduto e ha quasi ucciso gli altri in un incidente d'auto prima che il demone lo lasciasse e riprendesse conoscenza.
    Nel 2019 lo YouTuber Kyle Godfrey ha tentato di contattare Zozo alle 3 del mattino sulla sua tavola Ouija e ha preso contatto con un'entità che ha detto che era Zozo. Tuttavia, Kyle è andato oltre e ha chiesto allo spirito se c'era un numero di telefono specifico per Zozo. L'entità gli diede un numero, 4176666666, e quando il numero fu chiamato le luci si spensero nella sua stanza durante la telefonata e seguì l'attività del poltergeist. Quando Kyle ha terminato la chiamata, le luci si sono riaccese.



    L'esorcista: ecco chi è Pazuzu, il demone assiro che tormenta la piccola Regan

    Ne L'esorcista, William Friedkin ha preso in prestito dai miti della Mesopotamia per il demone del film; il suo nome è Pazuzu e gli archeologi lo conoscono molto bene: ecco chi è.

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    Sono il canto del muezzin e i picconi che affondano nel terreno a dare inizio a L'esorcista di William Friedkin, il film più famoso sulle possessioni diaboliche. Perché è proprio tra le rovine di una città dell'Iraq del Nord che padre Merrin farà il suo incontro con Pazuzu, un demone venuto da un oscuro passato. La sua effige, emersa dalle sabbie insieme ad una medaglietta di San Giuseppe, lo scruta e lo sfida ad una partita tra la vita e la morte, mentre intorno infuriano i venti. Quello spirito antico, che nell'horror cult rimane senza nome, è in realtà uno degli esseri più incredibili della mitologia assira e babilonese. Ora vi racconteremo chi è Pazuzu.

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    Statuetta in rame della divinità mesopotamica Pazuzu, scavata dal sito archeologico di Tell Sheikh Hamad in Siria.

    Come abbiamo accennato sopra, di Pazuzu sia nel film che nel romanzo L'esorcista, non si fa menzione in modo esplicito, ma è chiaramente lui il potente demone che prende il sopravvento sulla piccola Regan, soggiogandola ai malefici che padre Merrin - Max von Sydow - e padre padre Karras - Jason Miller - tentano di estirpare con non poca difficoltà. La statuetta che il sacerdote archeologo ritrova durante gli scavi ne è, infatti, la sua esatta riproduzione. L'aspetto di Pazuzu è peculiare: ha il corpo ricoperto di scaglie, la testa umanoide con corna e muso di un animale che può essere a seconda delle varianti o un leone o un cane. Le mani sono di un felino, mentre i piedi hanno la forma delle zampe di un rapace. Dalle spalle spuntano due paia di ali piumate e più in basso è presente la coda di uno scorpione. Altro dettaglio ben evidente è il pene eretto che termina con la testa di un serpente. L'insieme ci mostra in pratica una creatura veramente mostruosa nell'atto di assalire qualcuno, come si può facilmente notare dalla posizione delle braccia: la sinistra distesa e l'altra alzata e pronta all'attacco. Una di queste rappresentazioni, in bronzo, la si può vedere oggi nel Museo del Louvre a Parigi accompagnata da una iscrizione in accadico in cui è lo stesso demone a presentarsi: "Io sono Pazuzu, figlio di Hanpa. Il re degli spiriti malvagi del vento che sorge all'improvviso dalle montagne".


    Pazuzu: Beyond Good and Evil | The Metropolitan Museum of Art

    Ciò che rappresenta infatti è la forza distruttrice dei venti che, con la loro furia, distruggono città, sradicano i raccolti e portano nubi di tempesta. Insomma è una vera e propria potenza della Natura, capace di incutere terrore negli uomini, i quali per difendersi non possono fare altro che pregarlo. In quanto vero e proprio signore e padrone dei venti, si richiamava Pazuzu per farli cessare tutti quanti. Pur essendo una entità malvagia veniva allo stesso tempo invocato come protezione sia contro di essi ma anche contro altri temibili demoni come Lamaštu, creatura che minacciava le partorienti e di cui tentava poi di rapirne i bambini di cui poi masticava le ossa e succhiava il sangue.

    Non a caso, la maggior parte dei reperti fino ad ora ritrovati di Pazuzu sono perlopiù amuleti che ne raffigurano la testa, i quali venivano messi al collo o appesi sui muri delle abitazioni, e tenuti sino alla fine dell'esistenza. Le più antiche attestazioni sono, infatti, alcune teste, una fibula e una collana con dei "mini" Pazuzu ritrovate in una tomba della necropoli regale di Kalkhu a Nimrud, una delle capitali dell'impero assiro. Risalgono alla fine dell'VIII secolo a. C., in un momento piuttosto avanzato della lunga storia della Mesopotamia, tanto che secondo alcuni studi recenti si ipotizza che Pazuzu sia emerso proprio in questo periodo come elemento importante del pantheon assiro e poi babilonese, all'interno di una serie di cambiamenti religiosi andati di pari passo con l'evoluzione culturale di quelle regioni durante l'età del Ferro. Ancora più tarde sono le prime attestazioni scritte, in questo caso è una lettera del 670 a. C.

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    Fu proprio questa duplice natura di essere malvagio sia in combutta e sia di aiuto contro certe personificazioni del Male a far si che la presenza di Pazuzu sia stata capillare in tutta la Mesopotamia tra il VII e il VI secolo a. C. in Assiria e Babilonia soprattutto, ma non mancano esempi al di fuori come a Megiddo e Beth-Shean in Palestina e addirittura l'isola di Samo, in Grecia. In epoca persiana la sua presenza scema e per trovare un ultima traccia bisogna rimontare all'epoca dei Seleucidi, uno dei regni ellenistici sorti dopo la morte di Alessandro Magno, ed è un riferimento squisitamente letterario.

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    Una scena de L'esorcista

    Poi fu l'oblio e la polvere, fino a quando le missioni di archeologi come Layard e Botta, uomini con spirito d'avventura ma soprattutto molta spregiudicatezza non fecero riemergere dai tell iracheni, come fa padre Merrin ne L'esorcista, i resti grandiosi delle città assire di Ninive, Nimrud e Khorsabad, riportando alla luce le civiltà della Terra tra i due fiumi e ovviamente Pazuzu che grazie al film di William Friedkin - a proposito, qui potete leggere il nostro approfondimento sul finale de L'esorcista - conquistò una nuova notorietà che lo portò ad essere al centro di canzoni di gruppi prevalentemente blackmetal, patron di una band punk-rock sarda, i Punkillonis, e protagonista di fumetti come Le Démon de la Tour Eiffel, secondo volume delle avventure di Adèle Blanc-Sec di Jacques Tardi e videogiochi quali Diablo 3, fino a finire parodiato in Futurama e ne I Simposon di Matt Groening. Un percorso niente male per una creatura nata come demone oscuro e diventata adesso una irresistibile icona pop.

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    Dio Pazuzu (Foto 1: Musèe du Louvre / foto 2: British museum)
    Nella mitologia babilonese, il demone Pazuzu era il re degli spiriti malvagi dell'aria, e figlio del dio Hanpa.[1] Il nome di entrambi gli dei ha un etimo sconosciuto e perciò indizio di una provenienza da una civiltà non mesopotamica. Compare in Assiria e a Babilonia solo nell'VIII secolo a.C.
    Sua "moglie" era il demone Lamaštu, che portava la febbre e si accaniva contro i bambini e le donne incinte. Egli poteva essere neutralizzato con incantesimi, che consentivano di allontanare anche gli altri demoni. Per questo motivo le donne usavano portare al collo un amuleto con l'effigie di Pazuzu quando erano in stato interessante.
    Pazuzu è spesso rappresentato con corpo ricoperto di scaglie e testa di uomo, ma con corna e con muso di leone o cane, zampe da rapace per piedi e zampe di leone per mani, due paia di ali e coda di scorpione. Ha generalmente un braccio rivolto verso il basso e l'altro verso l'alto in segno di aggressione. Inoltre, ha il pene eretto e con testa di serpente.
    Le prime immagini di questo demone risalgono all'VIII secolo a.C. nelle culture di Assiria e Babilonia, dove si diffonde nei due secoli successivi. La distribuzione geografica del culto di questo demone è caratteristica di queste due regioni, anche se alcune immagini dimostrano una sua diffusione verso est nelle regioni di Susiana e Lorestan e a ovest in Palestina e a Samo.
    A causa della sua stretta somiglianza con l'immagine del demone egizio Bes, è stata ipotizzata una influenza della cultura egiziana sulla nascita di questo demone. Come Bes, infatti, Pazuzu veniva utilizzato dalle partorienti come patrono per una buona nascita, ed aveva corporatura tozza e ali. Tuttavia la visione di questo demone nella cultura antica è ambigua, se esso è infatti considerato un demone protettore contro altri spiriti maligni, e contro le malattie che questi portano, tuttavia esso è anche temuto come il demone del vento freddo, portatore di morte e distruzione. Questa sua ambiguità è testimoniata dalla compresenza di altri due demoni nelle rappresentazioni di Pazuzu, Ugallu e Lulal, che a volte sono al suo fianco e a volte combattono contro di lui. Il primo è una figura ibrida con testa di leone e corpo umano, artigli di uccello e un pugnale nella mano destra di solito sollevata e uno scettro nella sinistra; l'altro con le mani artigliate sollevate nell'atto di attaccare e un elmetto con due corna, simbolo della divinità.
    In Mesopotamia il demone cornuto, Pazuzu, cavalcava i venti portando la malaria.."…"enfatizzando il suo ruolo distruttivo di Signore delle febbri e della peste".
    Un'altra rappresentazione del demone può essere rilevata nel vecchio testamento, dove il diavolo viene descritto come una bestia nera e pelosa; un predatore dei deserti. L'idea del demone dei venti e della peste si ricollega anche al Dio egiziano Seth, il distruttore, la più antica delle divinità, rappresentato come uno strano animale-cane, non dissimile dallo sciacallo, predatore dei deserti.

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    Pazuzu , nella religione mesopotamica , il re dei demoni del vento, figlio di Hanpa e fratello di Humbaba (Huwawa). Gli aderenti credevano che Pazuzu aiutasse gli umani a scongiurare altri demoni e, quindi, le rappresentazioni del suo volto servivano come popolari amuleti apotropaici nel I millennio a.C. in Medio Oriente .

    La prima testimonianza archeologica di Pazuzu, trovata nella tomba di una donna reale sepolta a ( vicino all'odierna Mosul , in Iraq), risale all'VIII secolo a.C. Nimrud Immagini di Pazuzu sono state trovate in tutto il Medio Oriente antico , risalenti al I millennio a.C. , compresi i periodi neo-assiro, neo-babilonese e tardo babilonese ( vedi storia della Mesopotamia ).

    Il corpo di Pazuzu è simile a quello di altri demoni mesopotamici, ma la sua testa è distinta da tutti gli altri. È di forma rettangolare, con corna capriche, sopracciglia massicce su occhi rotondi infossati, mascella canina che mostra denti e lingua, lunga barba a due punte segnata da linee orizzontali e orecchie sporgenti. La composizione della testa di Pazuzu è il primo esempio noto di iconografia mesopotamica che fonde molteplici caratteristiche animali e umane; l'iconografia precedente aveva aggiunto solo una parte del corpo animale, come la testa di un leone, su un corpo umano . Inoltre, l'iconografia di Pazuzu ha lasciato perplessi i ricercatori a causa della sua comparsa improvvisa e pienamente realizzata nella documentazione archeologica, che non mostra fasi evolutive apparenti. La mancanza di qualsiasi precedente rappresentazione identificabile rende impossibile individuare le esatte origini geografiche delle immagini, sebbene molto probabilmente si siano sviluppate in Egitto o in Mesopotamia.

    Molte rappresentazioni di Pazuzu sono state trovate in tutto il Medio Oriente antico, in una varietà di luoghi, comprese tombe e case abbandonate. Pazuzu, come altri demoni, era solitamente raffigurato senza corpo, la sua testa distintiva era l'unica immagine che appariva sulle icone. La maggior parte delle teste di Pazuzu sono state identificate su amuleti o altri gioielli , e la sua icona è stata trovata a decorare molte fibule e piccoli sigilli. Sono state trovate alcune piccole statuette a corpo intero, una in una posizione in una casa abbandonata che indica che era stata appesa direttamente di fronte a un ingresso, presumibilmente come misura protettiva per allontanare altri demoni. Le icone di Pazuzu datate per tutto il I millennio a.C. sono state trovate in luoghi tra cui il Levante , la Mesopotamia, l'Iran occidentale e persino l'isola greca di Sámos , indicando la popolarità diffusa e duratura della sua immagine.

    Fonti scritte - che appaiono a partire dal 670 a.C. circa - descrivono Pazuzu che scala una grande montagna e subisce un combattimento mitologico contro potenti demoni del vento, una battaglia dalla quale emerse vittorioso e si dimostrò una minaccia per altri pericolosi demoni. È ritratto come un potenziale alleato per gli umani che lo invocano per protezione o mostrano la sua icona, credendo che incantesimi e pacificazione possano strumentalizzare il suo potere malevolo contro altri demoni.

    Sebbene la testa di Pazuzu sia talvolta raffigurata da sola, è spesso abbinata ai volti di altri demoni o divinità mesopotamici. Alcuni amuleti Pazuzu hanno immagini incise sulla schiena di divinità che erano considerate alleate permanenti degli umani, come Ugallu e Lulal. Gli archeologi ipotizzano che questi accoppiamenti avessero lo scopo di garantire che il potere di Pazuzu rimanesse diretto lontano dagli obiettivi umani e per proteggere chi lo indossava dal pericolo.

    Pazuzu è molto spesso raffigurato con il demone Lamashtu (Dimme), una delle forze più temute della mitologia mesopotamica . Appare sulle icone o in piedi accanto a lei o dietro di lei con la mano tesa verso l'esterno verso di lei, sconfiggendo il suo potere malvagio con il suo potere malvagio più grande.

    In parte a causa della popolarità del film L'esorcista (1973), in cui Pazuzu è l' antagonista , sono proliferate rappresentazioni moderne di Pazuzu. C'è un personaggio di nome Pazuzu nei fumetti Marvel e in altri fumetti e romanzi. Pazuzu è stato anche rappresentato negli spettacoli televisivi Constantine (2014-15) e Supernatural (2005-20) e appare nel videogioco House of Ashes . Inoltre, opere di neopaganesimo come Simon Necronomicon (1977) a volte includono riferimenti a Pazuzu.

    Lamashtu , (accadico), sumerico Dimme , nella religione mesopotamica , il più terribile di tutti i demoni femminili, figlia del dio del cielo Anu (sumerico: An). Uccise . bambini e bevve il sangue degli uomini e mangiò la loro carne Portatrice di sette nomi, veniva spesso descritta negli incantesimi come le "sette streghe". Lamashtu ha perpetrato una serie di azioni malvagie: ha disturbato il sonno e ha portato incubi; uccideva il fogliame e infestava fiumi e ruscelli; legava i muscoli degli uomini, faceva abortire le donne incinte e portava malattie e infermità. Lamashtu era spesso raffigurato sugli amuleti come una figura femminile dalla testa di leone o di uccello inginocchiata su un asino; teneva in ogni mano un serpente a due teste e allattava un cane al seno destro e un maiale o un altro cane al seno sinistro.

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    https://lamisuradellecose.blogspot.com/201...ro-il-male.html

    https://archaeus.it/origini-della-demonologia/

    Edited by Kill Dogma Revolution ! - 18/4/2023, 16:28
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    Edited by Kill Dogma Revolution ! - 7/6/2023, 00:51
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    dal min 12 : www.youtube.com/watch?v=suvOsL9wQuI


    FILIPPINE E TAO PO

    Sono convinto che l'estendersi degli ordini segreti e dei loro rituali (compreso il dare accesso ai demoni e creare zone infestate), così come la sempre maggiore venerazione delle deità oscure-ctonie (non è sbagliato si scrive così) abbia scatenato quello che chiamo il Pandemonio in terra.
    Per questo, finiremo col parlare della tradizione "TAO PO" delle Filippine che al giorno d'oggi torna utile. Cosa significa?
    Perché le persone nelle Filippine dicono "Tao Po" quando bussano alla porta di qualcuno?
    In breve:
    I filippini hanno usato la frase "Tao po!" per generazioni ogni volta che vanno a casa di un'altra persona.Avevano e hanno bisogno di farlo, per dichiarare di essere creature umane e non malvagie.
    Questo poiché , soprattutto oggi,sono sempre più ricorrenti manifestazioni di entità non umane che bussano (anche insistenti) alla porta delle case.

    Perché le persone nelle Filippine dicono "Tao Po" quando bussano alla porta di qualcuno?

    Le tradizioni e le usanze culturali sono spesso radicate nelle persone. Queste pratiche e credenze vengono apprese in tenera età, che gli individui tendono ad applicare anche quando invecchiano. Nelle Filippine ci sono diversi riti, usanze e tradizioni a seconda della regione di origine, ma sapevi perché i filippini dicono tao po quando bussano alla porta di qualcuno?

    I filippini hanno usato la frase "Tao po!" per generazioni ogni volta che vanno a casa di un'altra persona. In epoca precoloniale avevano bisogno di farlo, per dichiarare di essere creature umane e non malvagie ( in particolare non un "Aswang",una creatura simile a un vampiro del folklore filippino, contro il popolo. ).

    https://it.wikipedia.org/wiki/Aswang
    un-aswang-o-asuwang-e-una-creatura-mitica-simile-a-un-vampiro-nel-folklore-filippino-ed-e-oggetto-di-una-vasta-varieta-di-miti-e-storie-i-coloni-spagnoli-notarono-che-l-aswang-era-il-piu-temuto-tra-le-mitiche-creature-delle-filippine-anche-nel-16th-secolo-il-mito-dell-aswang-e-ben-noto-in-tutte-le-filippine-tranne-nella-regione-di-ilocos-che-e-l-unica-regione-che-non-ha-un-mito-equivalente-e-particolarmente-temuto-nelle-regioni-occidentali-visayan-come-capiz-iloilo-negros-bohol-masbate-aklan-antique-e-siquijor-altri-nomi-regionali-per-l-aswang-2b02jkr

    Qual è l'origine dell'espressione "Tao po"?

    I filippini precoloniali usavano il termine per affermarsi come esseri umani. Questo è secondo lo storico Ambeth Ocampo. Sono un essere umano, non un fantasma! Questo si traduce in; Sono un essere umano, non una creatura malvagia.

    Gli antenati filippini credevano anche che molti pericoli si nascondessero al di fuori della sicurezza delle loro case, quindi le porte non venivano aperte agli elementali e agli spiriti maligni che, come gli animali, non potevano pronunciare la frase tao po per convincere la famiglia a lasciarli entrare.

    Secondo le prime cronache dei frati spagnoli, le usanze filippine sono piuttosto affascinanti da vedere poiché mostrano quanto fosse diversa la vita nel XVI secolo. Tuttavia, certe cose rimangono le stesse, anche se le percepiamo in modo diverso.

    Oggi, la frase tao po ha uno scopo più pratico. Può essere tradotto informalmente come C'è qualcuno in casa? A seconda del contesto, semplicemente dichiarando che c'è qualcuno alla porta. (Fonte: rivista Esquire )

    *Si considera sempre consigliabile non aprire mai quando bussano alla porta,per non dargli consenso d'accesso.

    VEDERE VIDEO QUI DAL MIN 5 : www.youtube.com/watch?v=d4-4O7qV_v...index=44&t=775s


    Come la CIA ha usato l'Aswang per vincere una guerra nelle Filippine
    https://www.esquiremag.ph/long-reads/featu...6-20191019-lfrm


    Edited by Kill Dogma Revolution ! - 7/6/2023, 20:52
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