Prove di una civiltà avanzata prima dell'Antica Apocalisse

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    Prove di una civiltà avanzata prima dell'Antica Apocalisse

    La civiltà della valle dell'Indo - Civiltà di Harappa

    La civiltà della valle dell'Indo (3300–1300 a.C, e fiorita tra il 2600 e il 1900 a.C.) era diffusa soprattutto lungo il fiume Indo nel subcontinente indiano, ma anche lungo il Sarasvati, fiume ormai prosciugato.

    Nel mondo anglosassone viene citata come "civiltà dell'Indo-Sarasvati", in riferimento alla civiltà descritta nei Veda e che si sarebbe sviluppata lungo i due fiumi. È anche conosciuta come "civiltà di Harappa", dal primo sito conosciuto.

    La civiltà della valle dell'Indo si colloca tra le più antiche civiltà del mondo, insieme a quella Mesopotamica e quella Egizia, caratterizzate dallo sviluppo dell'agricoltura, dalla presenza di vere e proprie città e dall'utilizzo della scrittura. Lo sviluppo urbano fu più precoce in Egitto e Mesopotamia, ma la civiltà dell'Indo conobbe una maggiore estensione geografica (comprendendo l'attuale Pakistan e l'India occidentale).

    Dei 1052 insediamenti finora individuati, più di 140 si collocano sulle rive di un corso d'acqua stagionale, che irrigava la principale zona di produzione agricola di questa cultura. Secondo alcune ipotesi questo sistema idrografico, un tempo permanente, potrebbe essere identificabile con il fiume Sarasvati del Rig Veda.

    La maggior parte degli altri insediamenti si trovano lungo la valle dell'Indo o in quelle dei suoi affluenti, ma la diffusione arrivò verso ovest fino alla frontiera con l'Iran, a est fino a Delhi, a sud fino al Maharashtra e a nord fino all'Himalaya.

    I siti più importanti ritrovati fino a questo momento sono: Mohenjo-daro, Lothal e Harappa .

    mappaindo1
    Cartina che illustra la disposizione dei
    diversi siti

    La civiltà della valle dell'Indo fu dimenticata fino ai primi scavi estesi sui siti di Harappa e di Mohenjo-Daro negli anni '20.

    La sua scrittura non è ancora stata decifrata e si ignorano quindi le caratteristiche del linguaggio.

    I testi sumeri si riferiscono ripetutamente a un popolo con cui si ebbero attivi scambi commerciali, chiamato Meluhha, che potrebbe essere identificato con la civiltà della valle dell'Indo, forse con il nome dato dai suoi stessi abitanti. Il termine è forse riferibile al dravidico Met-akam, con il significato di "terre alte", e potrebbe inoltre aver dato origine al termine sanscrito Mleccha (di origine non indoeuropea) con il significato di "barbaro, straniero".


    LE ORIGINI
    Le radici della civiltà della valle dell'Indo risalgono all'inizio della pratica dell'agricoltura e dell'allevamento nelle locali culture neolitiche. I nuovi metodi di sostentamento appaiono nelle colline del Balouchistan, ad ovest della valle dell'Indo (intorno alla metà del VII millennio a.C.). Il sito meglio conosciuto di quest'epoca è Mehrgarh, tuttora scavato da una missione francese.

    Questi primi contadini coltivarono il grano, addomesticarono ed allevarono una grande varietà di animali che ne costituirono il bestiame. Si iniziò a utilizzare la ceramica verso la metà del VI millennio a.C.

    Intorno al 4000 a.C. apparve nella stessa area una cultura regionale originale (Early Harappa o "civiltà Harappa antica"). Reti commerciali la collegavano con altre culture regionali (nel golfo Arabico, nell'Asia centro-occidentale e nella penisola indiana) e con le fonti di materie prime, come il lapislazzuli e altre pietre utilizzate nella fabbricazione delle collane. Gli abitanti dei villaggi avevano anche addomesticato un gran numero di specie vegetali (piselli, sesamo, datteri, cotone) e animali, come il bufalo, che restò fondamentale nella produzione agricola di tutta l'attuale Asia.

    LO SVILUPPO

    Intorno al 2600 a.C. alcuni villaggi della civiltà Harappa antica si svilupparono in vere e proprie città, che ospitavano migliaia di abitanti, essenzialmente agricoltori, artigiani e commercianti.

    L'uso di ornamenti elaborati, di sculture e di figurine in terracotta, si diffuse ampiamente e apparvero i sigilli, la scrittura, la ceramica decorata; gli oggetti rituali, dovunque diffusi, mostrano una forte spinta all'integrazione culturale, che fece quasi del tutto sparire le precedenti differenze regionali.

    sigillo2
    Particolare di sigillo con scene di culto

    LE CITTA'
    altomohdar
    Vista aerea della città alta di Mohenjo-daro

    La tendenza ad una pianificazione urbana della civiltà della valle dell'Indo è evidente nei siti di maggiori dimensioni. Tipicamente le città sono suddivise in due zone: una prima zona con una piattaforma in terra sopraelevata, che i primi archeologi definirono "cittadella" e una seconda zona, chiamata "città bassa" (suddivisione comune anche alle città greche più arcaiche).

    La rete stradale consisteva in un reticolo di strade principali (in senso nord-sud ed est-ovest), su cui si innestavano vicoli e stradine a servizio delle abitazioni. Le città più popolate arrivarono probabilmente a 30.000 abitanti.

    Gli edifici principali erano costruiti in mattoni, cotti o crudi, di una forma fortemente standardizzata. Le case dovevano essere a due piani e comprendevano un vano per le abluzioni. L'acqua veniva ricavata dai pozzi esistenti nelle abitazioni, ma nelle città maggiori esisteva una rete per lo scarico delle acque, con condotti coperti che correvano lungo le vie principali, a cui si collegavano le stanze da bagno.

    La pianificazione urbana mostra l'esistenza di un'organizzazione centrale: esistono strutture pubbliche (i cosiddetti granai, che sono tuttavia forse interpretabili come palazzi o centri amministrativi) e, a Mohenjo-Daro, è stata trovata una grande vasca di mattoni che potrebbe essere ciò che resta di un bagno pubblico.

    Al contrario delle contemporanee civiltà della Mesopotamia e dell'Egitto, non sembrano esistere tracce di un potere centrale di tipo regale o sacerdotale e sembrano mancare tracce di eserciti o di opere difensive: le mura presenti in alcuni casi e la sopraelevazione della cosiddetta cittadella sembrano dovuti alla necessità di proteggersi dalle alluvioni dei fiumi piuttosto che dai nemici.

    sembra che la maggior parte degli abitanti delle città fosse composta da commercianti o artigiani, che vivevano insieme in zone ben definite, secondo la loro attività. Sebbene alcune case siano più grandi delle altre, l'impressione che si ricava da queste città è quella di un grande egualitarismo, poiché tutte le case che avevano accesso all'acqua ed al trattamento delle acque di scarico.

    AGRICOLTURA

    Le pianure alluvionali, irrigate dallo scioglimento delle nevi nelle montagne e da stagionali piogge monsoniche consentirono lo sviluppo di una prospera agricoltura, integrata dalla pesca e dalla caccia e dalle risorse delle foreste, che assicuravano la sussistenza della popolazione urbana.

    Poche notizie ci sono giunte circa la natura del sistema agricolo: tuttavia possono essere formulate alcune ipotesi.

    Il sistema agricolo doveva essere altamente produttivo, per assicurare la sopravvivenza di una vasta popolazione urbana non impiegata primariamente nell'agricoltura stessa. Rispetto alla cultura Harappa antica dovettero esservi delle importanti innovazioni tecnologiche, tra cui probabilmente l'uso dell'aratro, ma non sembrano esservi tracce di un sistema di irrigazione e regolazione delle acque (che tuttavia potrebbe non essersi conservato a causa delle frequenti disastrose inondazioni dei fiumi).

    Sembrerebbe dunque che non trovi applicazione nel caso della civiltà della valle dell'Indo l'ipotesi del "dispotismo idraulico", secondo la quale lo sviluppo di una civiltà urbana non potrebbe aversi se non per mezzo la produzione di un notevole surplus agricolo, permesso dall'introduzione di sistemi di irrigazione, e a sua volta questi inevitabilmente implichino la presenza di un potere centralizzato e dispotico, che abbia la possibilità di impiegare la forza lavoro di migliaia di persone. Come già detto manca invece nelle città ogni traccia di un potere regale. Inoltre il tradizionale sistema di coltivazione tuttora usato in Asia permette la produzione di un significativo surplus agricolo per mezzo della coltivazione del riso a terrazze, realizzato con il lavoro di più generazioni senza implicare forme di lavoro forzato o schiavitù: modalità simili potrebbero aver permesso lo sviluppo urbano della civiltà della valle dell'Indo.

    granaioind
    Struttura in Mohenjo-daro con funzioni di granaio

    IL COMMERCIO

    L'economia dipendeva in larga misura anche dal commercio, probabilmente facilitato da notevoli avanzamenti tecnologici nei trasporti: il carro tirato da buoi, molto simile a quello che troviamo tuttora in tutta l'Asia meridionale, e il battello fluviale, con fondo piatto, forse a vela, di nuovo abbastanza simile a quelli che navigano tuttora sull'Indo. Ci sono anche indizi di una navigazione marittima: gli archeologi hanno rinvenuto a Lothal un canale collegato al mare e un bacino artificiale d'attracco.

    Alla luce della dispersione degli oggetti fabbricati dalla civiltà della valle dell'Indo, la sua rete commerciale doveva includere una zona molto vasta, dall'odierno Afghanistan, al nord e al centro dell'India, fino alle regioni costiere dalla Persia e alla Mesopotamia. I beni esportati includono perline ed ornamenti, pesi, grandi giare e probabilmente anche cotone, legname, grano e bestiame. Materiali che provenivano da regioni distanti erano utilizzati per la realizzazione di sigilli, di perline e di altri oggetti.

    Un sistema decimale di pesi e di misure era utilizzato in tutta l'area e testimonia un'organizzazione e controllo dei commerci e forse anche l'esistenza di tassazioni. Le misure erano piuttosto precise: la misura più piccola di lunghezza, misurabile su una scala in avorio, è di 1,704 mm e il peso più piccolo è di 0,871 grammi.

    Una forma di organizzazione economica sembra anche testimoniata dalla presenza di sigilli, con rappresentazioni di animali e di divinità e iscrizioni. Alcuni erano utilizzati per imprimere il sigillo sull'argilla, ma dovevano avere probabilmente anche altri scopi che però ci sono sconosciuti.

    sigillo3
    Particolare di un sigillo con
    scene di caccia

    LA SCRITTURA

    Nonostante diversi tentativi i ricercatori non sono ancora stati capaci di decifrare la forma di scrittura utilizzata da questa civiltà: la quasi totalità delle iscrizioni disponibili, sui sigilli o sui vasi di ceramica, non superano infatti i 4 o 5 caratteri, mentre la più lunga iscrizione ne comprende solo 26.

    I segni conosciuti sono circa 400, ma si ritiene che alcuni di essi siano derivazioni con leggere modifiche o combinazioni di 200 caratteri principali. Si tratta probabilmente di una scrittura ideografica e questo rende difficile ipotizzare la lingua o la famiglia linguistica parlata: si ritiene più probabile l'ipotesi che si tratti di una lingua dravidica.

    A causa della brevità delle iscrizioni alcuni ricercatori hanno suggerito che quelle conosciute non fossero una forma di scrittura vera e propria, ma un sistema d'identificazione delle transazioni economiche, paragonabile alla firma. È comunque possibile che siano esistiti testi più lunghi, ma che non ci siano pervenuti in quanto realizzati su materiale deperibile.

    Un'iscrizione più estesa, scoperta recentemente, sembra fosse stata installata su un pannello al di sopra della porta della città di Dholavira. Si è formulata l'ipotesi che si trattasse di un pannello che informava i viaggiatori del nome della città, in modo simile ai cartelli di benvenuto che si trovano all' ingresso delle nostre città.

    harappascrit
    Frammento con alcuni ideogrammi

    RELIGIONE & CREDENZE


    In mancanza di testi scritti le credenze di questa civiltà possono essere ipotizzate solo sulla base delle rappresentazioni sui sigilli (con divinità e scene di cerimonie) o alcune figurine di terracotta, forse utilizzate per scopi rituali.

    In base alla grande quantità di figurine rappresentanti la fertilità femminile ritrovate, sembra che fosse venerata una "dea madre",

    Le sepolture avvenivano in casse di legno ed erano accompagnate da una certa quantità di vasellame, che doveva contenere offerte di cibo, testimoniando la credenza di una vita dopo la morte. Nelle sepolture sono presenti semplici ornamenti personali, mentre quelli più elaborati dovevano essere trasmessi in eredità ai discendenti.

    harappatombah
    Tomba nel cimitero H di Harappa

    IL DECLINO E LA FINE

    Verso il 1900 a.C. alcuni segni mostrano la comparsa dei primi problemi. Le città cominciarono ad essere abbandonate e gli abitanti rimasti sembrano avere avuto difficoltà a procurarsi cibo a sufficienza. Intorno al 1800 a.C. la maggior parte delle città erano state del tutto abbandonate.

    Le popolazioni tuttavia non sparirono e negli stessi luoghi si svilupparono una serie di culture regionali che mostrano il prolungarsi, in gradi diversi, della medesima cultura. Una parte della popolazione migrò probabilmente verso est e le pianure del Gange. Tuttavia nei secoli successivi si perse la memoria della civiltà della valle dell'Indo e del suo nome, anche a causa della mancanza di imponenti monumenti in pietra le cui vestigia potessero trasmetterne il ricordo.

    In passato si ritenne che questa fine, che appariva eccezionalmente brusca, fosse effetto dell'invasione delle popolazioni indoeuropee degli Arii, ma non sembrano esserci prove per appoggiare questa ipotesi.

    Una delle cause di questa rapida fine potrebbe invece essere stata un cambiamento climatico importante: alla metà del III millennio sappiamo che la valle dell'Indo era una regione verdeggiante, ricca di foreste e di animali selvatici, molto umida, mentre intorno al 1800 a.C. il clima si modificò, diventando più freddo e più secco.

    Il fattore principale fu la probabile sparizione della rete idrografica del Ghaggar-Hakra, identificato con il fiume Sarasvati, citato nel Rig Veda. Una catastrofe tettonica avrebbe potuto deviare le acque di questo sistema in direzione del Gange. In effetti le moderne fotografie satellitari permettono di identificare il corso di un fiume oggi scomparso nella regione e alcuni indizi lasciano pensare che eventi sismici di notevole entità abbiano accompagnato la scomparsa della civiltà della valle dell'Indo.

    Se un grande fiume si fosse seccato al momento in cui la civiltà della valle dell'Indo era al suo apogeo, gli effetti sarebbero stati devastanti: si ebbero probabilmente notevoli movimenti migratori e la popolazione diminuì drasticamente in breve tempo, causando la fine di questa civiltà.

    Il declino della civiltà della valle dell'Indo potrebbe essere stato accentuato anche dall'interruzione delle vie commerciali verso altri paesi (l'attuale Usbekistan e il Turkmenistan meridionali, la Persia e la Mesopotamia), causato dagli Indo-Arii, popolazioni indoeuropee, che si trovavano in Bactriana intorno al 2000 a.C. e che portarono il sanscrito in India, dove si installarono verso il 1700 a.C.

    QUEL CHE E' RIMASTO
    Le relazioni tra la civiltà della valle dell'Indo e la prima cultura del sanscrito, che produsse i testi dei Veda dell'Induismo, non sono chiare. È tuttavia degno di nota che i più antichi testi vedici menzionino il fiume Sarasvati e descrivano una società prossima all'utopia che viveva sulle sue rive. I testi più tardi fanno invece riferimento alla sua sparizione.

    Alcune caratteristiche dell'attuale India sembrano avere dei lontani precedenti in quello che sembra possibile ricostruire di questa cultura, come ad esempio l'importanza che sembra attribuita alle abluzioni e alla pulizia del corpo e la sua apparente non-violenza.

    lothalllllothal2
    Resti di abitazioni a Lothal

    Lothal è un sito della Civiltà della valle dell'Indo, che si trova sulla costa del golfo di Cambay, nello stato indiano di Gujarat. In base al ritrovamento di una grande vasca rettangolare (214x36 m)cui era possibile accedere tramite un canale collegato ad un estuario del fiume Sabarmati, la città è stata interpretata come porto e la vasca come grande arsenale per le barche. Lothal fu scoperta nel 1953-54 da S.R. Rao, ed è il sito harappano che contiene il maggior numero di sigillature e sigilli, a dimostrazione della sua forte vocazione commerciale.

    harappagrano
    Resti dei granai di Harappa

    Harappa è una antica città fortificata nella regione del Punjab, nel Pakistan di nord-est, circa 35km a sud-ovest di Sahiwal. Anticamente la città, che faceva parte della cultura della Civiltà della valle dell'Indo, era bagnata dal fiume Ravi. La città fiorì tra il 3300 a.C. circa fino a 1600 a.C. Si calcola avesse quasi 40.000 residenti, una città estremamente popolosa per quel tempo. L' archeologo Alexander Cunningham compì i primi scavi tra il 1872 e il 1873, ma solo negli anni '20 e '30 il sito fu scavato sistematicamente.


    Dea madre dai lunghi orecchini

    Civiltà indo europea Scultura Harappa prima metà del II millennio a.C , raffigurante volto femminile
    Denominata “La dea madre dai lunghi orecchini”.

    Misure H. 10,5 cm x larghezza 9,00 cm x profondità 7,00 cm

    a scultura è stata oggetto di indagini diagnostiche presso laboratori universitari ed è provvista di certificazione atta alla Libera Circolazione su territorio europeo. Il percorso di studio concluso il 14 aprile 2022.
    ALTRE FOTO E VIDEO QUI : https://alfredoverdidemma.com/scultura-harappa/

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    Mohenjo-daro (il cui nome significa monte dei morti) è un'antichissima città risalente all'Età del bronzo, situata sulla riva destra del fiume Indo, nell'attuale regione pakistana del Sindh, a 300 km a nord-nord-est di Karachi. Insieme ad Harappa, è una delle più grandi città della civiltà della valle dell'Indo (3300–1300 a.C.).

    Si estende per circa 100 ettari. È divisa in due settori: una cittadella e una città bassa. Sulla cittadella si trova un struttura in mattoni cotti a forma di vasca, soprannominata "Grande Bagno", un enorme granaio e un tempio buddista più tardo.

    Avendo sofferto poche degradazioni nell'età moderna, il suo stato di conservazione è migliore di quello di Harappa, ed è, di conseguenza, un'importante fonte di informazioni sulla civiltà cui apparteneva. La città è stata costruita nel corso del III millennio a.C. ed è stata abbandonata alla fine del XVIII secolo a.C., verosimilmente a causa della variazione del corso di un fiume (probabilmente il Sarasvati).

    https://liceoberchet.edu.it/ricerche/geo5d...na/mohe_dar.htm
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    Amazzonia, scoperta una rete di antiche città perdute

    Nascosta dalla vegetazione, è stata mappata in 3D con il laser

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    Il sito di Salvatierra visto dal drone e poi scansionato con il laser (fonte: Heiko Prümers/DAI)

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    Il sito di Cotoca scansionato con il laser LiDAR (fonte: Heiko Prümers/DAI)



    Scoperta in Bolivia una rete di antichi insediamenti costruiti tra il 500 e il 1400 d.C in una regione dell'Amazzonia sud-occidentale che si pensava scarsamente abitata in epoca precolombiana.

    I resti, che rivelano un processo di urbanizzazione sostenibile e rispettoso della natura, sono stati individuati sotto la vegetazione e mappati in 3D grazie a un sistema di scansione laser (LiDAR) trasportato a bordo di droni ed elicotteri. Lo studio è pubblicato su Nature da ricercatori dell'Istituto archeologico tedesco e dell'Università di Bonn in collaborazione con l'Università di Exeter in Gran Bretagna.

    Il ritrovamento di queste antiche città perdute (con strade, canali, imponenti strutture a uso cerimoniale e piramidi coniche alte più di 20 metri) sfida la classica visione dell'Amazzonia come un paesaggio storicamente incontaminato: in realtà sarebbe stato la sede di una prima urbanizzazione realizzata e gestita dalle popolazioni indigene per migliaia di anni.

    “Sospettavamo da tempo che le società precolombiane più complesse dell'intero bacino si fossero sviluppate in questa parte dell'Amazzonia boliviana, ma le prove sono nascoste sotto la foresta ed è difficile arrivarci di persona", afferma José Iriarte, archeologo dell'Università di Exeter.

    "Il nostro sistema LiDAR ha rivelato terrazze edificate, strade rialzate rettilinee, recinzioni con posti di blocco e serbatoi d'acqua. Ci sono strutture monumentali a solo un miglio di distanza collegate da 600 miglia di canali lungo strade rialzate che collegano siti, bacini idrici e laghi. La tecnologia LiDAR combinata con un'ampia ricerca archeologica rivela che le popolazioni indigene non solo hanno gestito i paesaggi boschivi, ma hanno anche creato paesaggi urbani, cosa che può contribuire in modo significativo alle prospettive di conservazione dell'Amazzonia. Questa regione - prosegue l'esperto - è stata una delle prime occupate dall'uomo in Amazzonia, dove le persone hanno iniziato ad addomesticare colture di importanza globale come manioca e riso. Ma poco si sa della vita quotidiana e delle prime città costruite in questo periodo”.

    Piramidi in Amazzonia scoperte grazie alla mappatura laser

    Con l’aiuto della tecnologia LIDAR, alcuni ricercatori hanno scoperto delle piramidi in Amazzonia, costruite tra il 500 e il 1400 d.C.

    Recentemente sono state trovate, grazie alla tecnologia laser chiamata LIDAR, alcune piramidi in Amazzonia, precisamente nello stato della Bolivia.

    Secondo lo studio condotto da ricercatori tedeschi e inglesi, l’uso di questa tecnologia ha permesso di mappare grandi insediamenti risalenti al Medioevo e caratterizzati da costruzioni in terra e piramidi alte come un edificio di otto piani.

    Questa strumentazione laser avanzata, trasportata a bordo di droni o elicotteri, permette di individuare infrastrutture e altro situate sotto la vegetazione, il tutto viene poi mappato in 3D.

    Pertanto, gli scienziati sono stati in grado di penetrare nella fitta foresta, dove molti esperti credevano che non esistessero società prima dell’arrivo dei coloni europei, nel XVI secolo.

    Chris Fisher, un archeologo dell’Università dello Stato del Colorado ha affermato:

    Questo è il primo di quello che spero sarà un’ampia serie di studi, che farà saltare il coperchio su idee preconcette su come erano le politicizzazioni pre-ispaniche in Amazzonia in termini di complessità, dimensione e densità.

    La ricerca

    Per questa scoperta, gli autori hanno utilizzato un elicottero dotato di attrezzatura LIDAR per scansionare un totale di 124 metri quadrati, nel Dipartimento di Beni, un’area a nord-est della capitale boliviana La Paz.

    La scansione ha rivelato un totale di 26 insediamenti con dettagli senza precedenti, di cui 11 precedentemente sconosciuti.

    Amazzonia-LIDAR

    Secondo la ricerca, gli insediamenti sarebbero stati costruiti dalla cultura Casarabe, popolo che occupava le pianure amazzoniche, un misto di savana e foreste sparse, in un’area di oltre 2.700 metri quadrati, tra il 500 e il 1400 d.C. Per nutrirsi coltivavano mais e altri raccolti, oltre a consumare alimenti provenienti ​​​​dalla caccia e dalla pesca.

    Oltre alla comunità Casarabe, c’erano anche i popoli Cotoca e Landívar, che gli archeologi già conoscevano. Tuttavia, il nuovo studio ha portato un fattore di sorpresa, che è la dimensione e l’elaborata architettura di molti degli insediamenti.

    La maggior parte di questi siti conteneva complessi tumuli monumentali noti come lomas, corsi d’acqua e bacini idrici, nonché enormi piramidi.

    Le piramidi inviano raggi di luce nel cielo.
    www.elcarteldelgaming.com/2022/03/...luce-nel-cielo/

    Nella foresta dell’Amazzonia c’erano piramidi collegate tra loro
    articolo e foto : https://greenreport.it/news/urbanistica-e-...legate-tra-loro

    In Amazzonia è stata ritrovata una città perduta che sembra di un altro pianeta
    Architetture cerimoniali, strade rialzate e complessi sistemi idrici della civiltà Casarabe sono rimasti nascosti nella fitta vegetazione pluviale per secoli.

    articolo, foto e video qui : www.vice.com/it/article/3abxv5/amazzonia-citta-casarabe



    HANCOCK :


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    Nuova civiltà Maya scoperta in Guatemala: scoperti resti di piramidi e città nascosti per millenni nella fitta vegetazione
    http://www.blueplanetheart.it/2023/01/nuov...ta-vegetazione/
    16 Gennaio 2023

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    Tikal, il Sito Maya Più Importante del Guatemala

    nbts-viaggi-guatemala-tikal-piramidi

    Ho visto tante rovine Maya in Messico, ma Tikal in Guatemala è stata un’esperienza totalmente diversa. E migliore, credo, insieme a Palenque che anch’essa mi è piaciuta terribilmente.
    www.pimpmytrip.it/viaggi-avventura...e-di-agua-azul/

    Sia che tu stia viaggiando per mesi in America Centrale o semplicemente facendo un breve viaggio, le antiche rovine Maya di Tikal sono sicuramente una delle cose da vedere in Guatemala.

    Il Parco Nazionale di Tikal si trova nel bel mezzo di una giungla che fa da casa a scimmie, tucani e pappagalli ara (solo per citare alcune delle creature che potresti avvistare!).

    Mentre cammini tra le rovine che emergono da tumuli erbosi e sono circondati da alberi e liane, ti sentirai come se fossi stato lanciato in un remake di Indiana Jones.

    È un posto assolutamente magico.

    tikal-piramidi

    La città di Tikal è stata nominata molto tempo dopo il suo crollo ed estinzione. Il nome significa “al foro di abbeveraggio” in lingua Maya.
    L’architettura Tikal è stata costruita in pietra calcarea estratta dall’area locale.

    Per gran parte della sua storia, Tikal fu influenzato e controllato dal potente Teotihuacan situato nel Messico centrale.

    La civiltà Maya di Tikal cadde in declino intorno al 900 d.C. Si pensa che la sua morte sia dovuta alla siccità, ma nessuno lo sa davvero.

    Tuttavia, non fu mai dimenticato e la popolazione locale fece viaggi a Tikal negli anni 1850. E per i successivi 100 anni, il sito archeologico di Tikal è stato visitato da esploratori e avventurieri.

    Il Tikal National Park è stato dichiarato patrimonio mondiale dell’UNESCO nel 1979.

    L’area centrale e restaurata di Tikal, quella visitabile oggi dai turisti, è grande circa 16 km². Di seguito ti elenco alcuni degli edifici più importanti.

    1 – Gran Plaza

    La strada di accesso al sito ti condurrà dritto in quella che è la piazza più grande dell’intero complesso. La Grand Plaza era il cuore di Tikal e il centro della vita cerimoniale cittadina. Ai suoi lati si affacciano il Tempio 1 e 2 (tra i più maestosi dell’intera città Maya), il campo per il gioco della palla e una serie di altri antichi edifici.
    È delimitata a nord dall’Acropoli Nord e a Sud dall’Acropoli Centrale.

    2 – Tempio 1

    Il Tempio 1 è conosciuto anche come il Tempio del Gran Giaguaro.
    L’edificio è stato costruito come monumento funerario del re Jasaw Chan K’awil che fu sepolto qui nel 734 d.C.. I lavori di costruzione iniziarono presumibilmente dopo la sua morte e terminarono tra il 740 e il 750 d.C.. L’edificio è alto circa 47 metri e un tempo sulla sua cima era presente una grande scultura rappresentate il re seduto sul suo trono (oggi purtroppo rimane pochissimo di quest’opera).

    La tomba del re fu scoperta nel 1962 e al suo intero fu ritrovato un ricco corredo funerario che comprendeva una grande quantità di giada, conchiglie, ceramiche e una serie di ossa umane e animali magistralmente incise a rappresentare divinità e persone.

    3 – Tempio 2

    Di fronte al Tempio del Gran Giaguaro si trova il Tempio 2, conosciuto anche come il Tempio delle Maschere. Questo edificio fu costruito intorno al 700 d.C. quando il re Jasaw Chan K’awil era ancora in vita. Il Tempio fu dedicato alla moglie del re, nonostante al suo interno non sia mai stata trovata la tomba. Il Tempio è alto circa 38 metri e oggi è possibile arrampicarsi sulla sua cima per godere di un magnifico panorama sulla Gran Plaza.

    4 – Tempio 3

    Situato a ovest rispetto al Tempio 2, il Tempio 3, conosciuto anche come il Tempio del Gran Sacerdote, sembra essere stata l’ultima costruzione innalzata a Tikal. Il Tempio è alto circa 55 metri, è formato da due sole camere (a differenza degli altri che ne hanno tre) e fu costruito intorno all’810 d.C. All’esterno si nota una figura vestita con pelle di giaguaro, una maschera sulla schiena e sulla fronte il simbolo di un dio.

    5 – Tempio 4

    Il Tempio 4 è conosciuto anche come il Tempio del Serpente Bicefalo. Questo edificio, con i suoi 70 metri, è il più alto di tutta Tikal e al momento è la più alta costruzione Maya presente al Mondo, nonostante un tempo la Piramide del Sole di Teotihuacan fosse, probabilmente, più alta ancora.

    La costruzione fu innalzata intorno al 470 d.C. per celebrare il 27° re della dinastia di Tikal, Yik’in Chan K’awiil. Gli archeologi sostengono che la sua tomba si trovi da qualche parte sotto al Tempio, ma ancora nessuno è stato in grado di trovarla.

    Oggi è possibile salire sino alla cima del Tempio 4 per godere di un magnifico panorama su tutta la giungla: al tramonto e all’alba è assolutamente il momento migliore per farlo, quando i raggi del sole si riflettono sui pinnacoli degli altri templi che spuntano dagli alberi.

    6 – Tempio 5

    Il Tempio 5 si trova a sud dell’Acropoli Centrale ed è alto circa 57 metri. Questo è l’unico monumento funerario di Tikal che ancora crea forti dubbi agli archeologi: non si conosce, infatti, il nome del sovrano che qui dovrebbe essere stato sepolto. Le analisi al radiocarbonio datano l’edificio intorno al 700 d.C.. Il Tempio 5, inoltre, è l’unico edificio di questo genere, a Tikal, ad avere un’unica stanza al suo interno. Dalla cima si gode di un magnifico panorama sulla città, ma la struttura della scala e i suoi gradini minuscoli rendono la salita davvero pericolosa: stai attento!

    7 – Tempio 6

    Il Tempio 6 è conosciuto anche come il Tempio delle Iscrizioni per le numerose incisioni che si possono notare sulla struttura del tetto della piramide.

    Alle camere interne si accede attraverso tre portali rivolti a ovest. Questo fa pensare che l’edificio non fosse un tempio, ma più che altro un palazzo.

    8 – El Mundo Perdido

    El Mundo Perdido è il complesso più grande dell’intera città di Tikal ed è organizzato come la maggior parte degli impianti astronomici Maya. Anche qui, infatti, come in altre città, è possibile notare una grande piramide allineata con una piattaforma cerimoniale rivolta a est sulla quale si ergono altri tre templi più piccoli.

    Nel corso dei secoli questo complesso fu ricostruito e rimodellato più volte. Tra il 250 e il 300 d.C. fu rimodernata sulla base dell’influenze architettoniche che arrivavano dalla grande città di Teotihuacan e nel Primo Periodo Neoclassico divenne uno dei luoghi centrali della città insieme all’Acropoli Nord. Tra il 250 d.C. e il 378 d.C. questa zona fu probabilmente utilizzata anche come necropoli reale.

    9 – Gran Pirámide del Mundo Perdido

    La Gran Pirámide del Mundo Perdido è l’edificio più importante del complesso de El Mundo Perdido. Come l’intero complesso, anche la piramide fu più volte ricostruita e la sua forma attuale è il risultato di ben cinque fasi di ricostruzioni. Oggi la piramide è alta circa 31 metri e la sua base è larga circa 67,5 metri: per un certo periodo storico questa fu la piramide più grande del mondo Maya.

    Una delle sue peculiarità sono le scale per raggiungere la cima che si innalzano su tutti e quattro i lati dell’edificio. Le scalinate sono tutte adornate da grandi maschere di pietra, alcune troppo rovinate dal tempo per capire se si tratti di figure zoomorfe o antropomorfe.

    10 – Complessi delle piramidi gemelle

    All’interno di Tikal si trovano ben 9 complessi costituiti da due piramidi rivolte una verso l’altra lungo l’asse est – ovest. Tutti questi complessi hanno dimensioni diverse, ma la struttura non cambia mai.

    Gli edifici, infatti, hanno scale su tutti e quattro i lati, una serie di stele poste a terra sul lato ovest della piramide a est e un’altra serie di stele a nord di entrambe, generalmente disposte in maniera equidistante l’una dall’altra. A sud di questi complessi si può sempre notare un edificio a volta formato da una sola stanza a cui si può accedere attraverso nove porte. Dagli studi si è scoperto che questi complessi venivano costruiti a distanza di 20 anni l’uno dall’altro.

    11 – Acropoli Nord

    L’Acropoli Nord di Tikal è una delle zone più studiate di tutta l’area. Le prime testimonianze di insediamento risalgono addirittura all’800 a.C., ma i primi edifici furono costruiti intorno al 350 a.C.. Questa zona fu usata come necropoli reale per ben 1300 anni!

    12 – Acropoli Centrale

    Immediatamente a sud della Gran Plaza si trova l’Acropoli Centrale, uno dei luoghi, secondo gli studiosi, più difficili da decifrare dell’intero sito archeologico di Tikal. L’Acropoli, infatti, ha continuato a svilupparsi per un periodo di circa 500 anni e man mano che la città cambiava, l’area cresceva in altezza in un intricato labirinto di edifici.

    L’Acropoli Centrale si sviluppa verso l’alto intorno a sei cortili, ognuno posto ad altezza differente. Si pensa che alcuni edifici fossero residenza permanente della nobiltà di Tikal, ma alcune costruzioni sembrano essere più probabilmente degli edifici destinati a famiglie in visita. Sotto ad alcune costruzioni, infatti, sono stati ritrovati i resti di antiche sepolture, usanza comune tra i Maya, ma in altre non è presente alcuna traccia di tombe. Ciò fa pensare che proprio quest’ultimi edifici non fossero utilizzati in maniera continua e permanente.

    13 – Acropoli Sud

    L’Acropoli Sud si trova in prossimità del Tempio 5 ed è costruita su una base che copre circa 20.000 m². Come il Tempio 5 anche dell’Acropoli Sud non si conosce moltissimo e gli studi continuano ad andare avanti contemporaneamente agli scavi.

    14 – Plaza de los Siete Templos

    A ovest dell’Acropoli Sud si trova la Plaza de los Siete Templos. La forma della piazza è rettangolare, è orientata sull’asse nord – sud e misura 25.000 m². Questa enorme piazza è contraddistinta da sette piccoli templi costruiti nel tardo periodo classico che pare servissero per gli studi delle misurazioni astronomiche.

    15 – Museo delle Ceramiche

    Il Museo delle Ceramiche raccoglie alcuni dei ritrovamenti fatti durante gli scavi del sito archeologico di Tikal. Qui potrai ammirare vasi, maschere e la replica della sepoltura di Ha Sawa Chaan K’awil.

    16 – Museo delle Stele

    Il Museo delle Stele nasce per proteggere alcuni dei ritrovamenti del sito dalle intemperie e da eventuali danni. Una delle opere più importanti è l’Hombre de Tikal, una figura dalla forma umana su cui sono incisi alcuni geroglifici.
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    Egitto, scoperto nuovo corridoio nella piramide di Cheope
    con video :
    https://stream24.ilsole24ore.com/video/ita...cheope/AElUhhwC

    Egitto, trovato un tunnel segreto nella piramide di Cheope. "È la scoperta del secolo"
    www.quotidiano.net/magazine/egitto...idoio-1.8543831

    altre immagini qui : https://www.dw.com/en/egypt-announces-new-...very/a-64869784

    "La scoperta più importante del 21° secolo": la Piramide di Giza nasconde segreto
    https://tecnologia.libero.it/scoperta-piu-...e-di-giza-69126
    con video

    Nuove scansioni della Grande Piramide confermano una grande scoperta all'interno
    Nuove scansioni hanno rivelato dettagli senza precedenti sulla struttura interna della Grande Piramide di Giza. Il cosiddetto Grande Vuoto all'interno della Piramide è ora misurato a 40 metri di lunghezza. Il suo contenuto rimane un profondo mistero.
    https://www.thearchaeologist.org/blog/new-...iscovery-inside
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    TIKAL :

    Lintel%2C_carved_wood%2C_Structure_10%2C_Tikal%2C_Guatemala_-_Mesoamerican_objects_in_the_American_Museum_of_Natural_History_-_DSC06038

    https://www.google.com/url?sa=i&url=https&...QAAAAAdAAAAABAw

    -----------------------------------------------------
    220px-Tikal_Temple_IV_lintel%2C_cropped

    https://www.google.com/url?sa=i&url=https&...QAAAAAdAAAAABA6

    Replica_of_Lintel_3_from_Temple_IV_at_Tikal_-_San_Diego_Museum_of_Man

    www.touristlink.com/guatemala/tikal-temple-iv/photos.html

    c7b0602ac6204378a60d692034d53a46



    Parque_TikalGP

    http://www.fotoaleph.com/coleccion-texto.p...perdido/idt/171

    ALTRE FOTO : https://en.wikipedia.org/wiki/Mundo_Perdido,_Tikal

    HOMBRE DE TIKAL fig22
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    Gli scienziati indonesiani affermano che la piramide più antica è il sito di Gunung Padang
    https://observerid.com/indonesian-scientis...ng-padang-site/
    gunung-padang-741x407

    ----------------------------------------------

    Ritrovata in Bosnia un'enorme sfera di pietra nascosta sottoterra per millenni
    https://www.lastampa.it/viaggi/mondo/2018/...nni-1.33962351/

    5dc6fe8c4cab2_Olisticmap-1573322380


    Un'enorme sfera di pietra nascosta sotto terra, in Bosnia. Nei boschi di Zavidovici è stata trovata quella che sembra essere una enorme palla di cannone: una roccia perfettamente tonda e levigata di 3,3 metri di diametro. Una scoperta su cui sono state fatte fantasiose ipotesi, diventata ora una attrazione turistica nonché un amuleto portafortuna.

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6 replies since 20/4/2023, 20:51   128 views
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