Caldo e siccità, in Messico si sperimenta la pioggia artificiale

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Administrator
    Posts
    2,145
    Reputation
    +290

    Status
    Online
    Caldo e siccità, in Messico si sperimenta la pioggia artificiale

    9-boeing-777-chemtrails-debunked-web

    Dopo un lungo periodo di ondate di calore che ha messo in seria difficoltà l’economia del paese, è stato avviato un progetto piuttosto controverso

    https://www.wired.it/article/caldo-siccita...et-newtab-it-it

    Messico e nuvole. E pioggia artificiale. Come riporta il Guardian, infatti, il governo messicano ha appena lanciato l’ultima fase di un progetto di inseminazione delle nuvole (cloud seeding) per provare a “indurre” la pioggia dopo mesi di caldo estremo e siccità. “Ultima fase” nel senso che l’operazione era già stata condotta in precedenza: già dal 2020, infatti, il Ministero messicano dell’agricoltura aveva sperimentato il cloud seeding “per combattere gli effetti della siccità nelle aree rurali e per contribuire al riempimento delle falde acquifere”, sostenendo di aver raggiunto un “tasso di efficacia” del 98% contribuendo addirittura al contenimento degli incendi boschivi del 2021. Tuttavia, scetticismi e critiche non mancano: alcuni tra i più importanti fisici del paese hanno infatti sollevato diversi dubbi sulla fattibilità della tecnologia e soprattutto sulla sua reale efficacia. “Non ci sono prove che il cloud seeding inneschi un aumento delle precipitazioni in una data zona – hanno scritto Fernando García García e Guillermo Montero Martínez, esperti in fisica delle nuvole alla National Autonomy University del Messico (Unam). Ecco i dettagli.

    Scie chimiche? Quasi

    La tecnica dell’inseminazione delle nuvole è quanto ci sia di più vicino alle scie chimiche di tante teorie complottiste. L’idea alla base è abbastanza semplice, e prevede di “irrorare” le nuvole con getti di ioduro d’argento o di ghiaccio secco (cioè anidride carbonica allo stato solido) tramite appositi aerei o cannoni da terra. Fu un chimico e meteorologo statunitense, Vincent Schefer, a pensarci per primo, nel novembre 1946: disperdendo del ghiaccio secco in una nube nelle montagne del Berkshire, in Massachusetts, riuscì a stimolare la formazione di cristalli di ghiaccio. La cosa funziona più o meno così: le nuvole sonno composte da miliardi di goccioline d’acqua, che si mantengono in sospensione grazie alle correnti ascensionali dell’atmosfera; quando queste goccioline si condensano (cioè si “aggrumano” attorno particelle in grado di assorbire molecole d’acqua, i cosiddetti nuclei di condensazione) diventano più pesanti, non riescono più a essere sostenute dalle correnti ascensionali e dunque precipitano: in altre parole, piove. Sia il ghiaccio secco che lo ioduro d’argento (ma anche altri materiali) possono fungere da nuclei di condensazione e quindi, almeno in linea teorica – e date nuvole appropriate – provocare la pioggia.

    Funziona? Non si capisce

    La tecnica dell’inseminazione delle nuvole è stata sperimentata in diversi luoghi del mondo. Oltre al già citato Messico, ci hanno provato anche Cina, Stati Uniti, Francia, Spagna… e Italia. Il primo tentativo di far piovere artificialmente nel nostro paese (nella Pianura Padana, per la precisione) risale agli anni Sessanta, ma non diede i risultati sperati. Successivamente, tra la fine degli anni ottanta e l’inizio degli anni novanta, furono condotti altri esperimenti in Puglia, Sicilia, Sardegna e Basilicata (nell’ambito del cosiddetto Progetto Pioggia) ma anche questa volta non si riuscì a determinare con certezza l’esito dell’operazione: il motivo principale, come racconta Alex Mavyasi in un pezzo pubblicato su Hubspot, è che il tempo è altamente imprevedibile. E dunque come si fa a stabilire, data la presenza di nuvole in una determinata zona, che a far piovere sia stata proprio l’operazione di inseminazione? Come si fa a escludere che non sarebbe piovuto lo stesso? Certo, ci si può far confortare dal confronto con le serie storiche delle precipitazioni nella stessa regione negli anni precedenti, ma anche questo non può consentire di determinare con certezza se la pioggia sia naturale o artificiale. “Le pioggie e le nevicate naturali – ha spiegato Roelof Bruintjes, scienziato atmosferico al National Center for Atmospheric Research – hanno una variabilità tra dieci e cento volte maggiore rispetto alla quantità di precipitazioni indotta dall’inseminazione”: e infatti tutti gli esperimenti finora condotti non hanno fornito risultati statisticamente significativi, pur suggerendo (è sempre Bruintjes a parlare) “un trend positivo”. L’ipotesi al momento più accreditata è che la tecnica abbia comunque un impatto molto limitato sulle precipitazioni, e che dunque sia poco efficace per contrastare siccità e ondate di calore.
    yt
     
    Top
    .
0 replies since 2/8/2023, 13:29   5 views
  Share  
.