Mille licenziati ogni giorno nelle aziende tecnologiche. Nuove assunzioni soprattutto nell'Ai

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    Mille licenziati ogni giorno nelle aziende tecnologiche. Nuove assunzioni soprattutto nell'Ai

    https://www.repubblica.it/tecnologia/2024/...et-newtab-it-it

    L'impatto dell'intelligenza artificiale sul mercato del lavoro nei colossi tecnologici è già evidente. Continuano i tagli cominciati dal 2023. Ma molte aziende assumono a ritmo sostenuto nei nuovi settori in crescita. Come l'Ai generativa
    20 Febbraio 2024 alle 05:21



    40 mila licenziamenti da inizio anno. Una media di mille al giorno nei primi due mesi del 2024. Tagli che riguardano colossi tecnologici e piccole startup. Da San Francisco a Tel Aviv. Ma che hanno un minimo comune denominatore: ridurre i costi per puntare sull’Intelligenza artificiale. Specie quella generativa. Capace di organizzare parte del lavoro, o scrivere e inviare email, o diventare a sua volta un asset per l’azienda. E così da inizio anno il ritmo dei tagli è fatto sempre più calzante. Cisco il 14 febbraio ha dichiarato 4.250 licenziamenti, il 5% della sua forza lavoro; PayPal 2.500; Microsoft 1.900; Sap 8.000; Bay e Google 1000; Amazon 440; Snapchat 500; Zoom 150.


    La ricerca di nuovi assetti. Il focus sull'intelligenza artificiale

    Questo solo per tenere conto delle aziende più note. Ma secondo Layoff, un portale che dal 2021 raccoglie tutti i licenziamenti fatti dalle tech company - quelli di cui perlomeno si è saputo qualcosa - sono circa 300 le aziende che da inizio gennaio a oggi hanno deciso di tagliare la propria forza lavoro. Il numero preciso dei licenziamenti è di 39.496 nel 2024, conta il portale usato spesso dai grandi giornali finanziari come bussola dell’andamento del mercato del lavoro nel tech. Numeri al momento di poco inferiori al ritmo dei primi due mesi dello scorso anno, quando in totale persero il lavoro nel tech 263 mila persone con un inizio anno da incubo caratterizzato dai licenziamenti di Meta, Amazon e Microsoft. Ma che fotografano un trend che continua. E che cela altri fenomeni. Altri assetti che la digital economy sta cercando.

    C’è un fenomeno in atto. Che affonda le sue radici nella pandemia da Covid-19, quando tutte le aziende tecnologiche hanno fatto incetta di nuovi dipendenti seguendo la promessa che i confinamenti avrebbero portato ad un trionfo del digitale sugli spazi fisici (Zoom, la piattaforma di video streaming, è diventata un’icona di questa rivoluzione). Promessa che dopo la pandemia è stata assai ridimensionata. E ora, scemata la bulimia da digitale, le aziende fanno i conti con la realtà.


    Dopo l'anno dell'efficienza, l'Ai promette un nuovo boom dei tecnologici

    Mark Zuckerberg in una lettera agli azionisti del gennaio 2023 aveva parlato di quello appena iniziato come “l’anno dell’efficienza”. Dando avvio per primo a un poderoso piano di licenziamenti che mandò a casa 11 mila persone, il 13% della propria forza lavoro. Quell’efficienza, quella promessa agli azionisti che i conti da allora in avanti sarebbero stati messi sotto controllo, ha riverberi anche oggi. Anzi, la corsa all’Ai in qualche modo ha esasperato la ricerca dell’efficienza. Un’analista di Jefferis ha commentato nei giorni scorsi che “i licenziamenti continueranno e potrebbero anche peggiorare”. Il motivo? Le aziende tecnologiche avrebbero semplicemente scoperto di avere “un mucchio di legname morto e che con un’organizzazione più leggera avrebbero potuto fare molto di più”.

    Le aziende starebbero quindi rivalutando le proprie aree prioritarie di investimento. Esempio. I tagli di Amazon hanno riguardato soprattutto la piattaforma di video in streaming Twitch. Posizioni costose ma non più considerate essenziali. Microsoft, Meta, Google e Spotify quest’anno sono chiamate a trovare nuovi equilibri. L’amministratore di Spotify, Daniel Ek, lo ha detto con chiarezza a inizio anno: “Abbiamo bisogno di diventare più efficienti, è vero, ma dobbiamo investire in settori nuovi”. Indiziato numero uno, l’Ai.


    Il caso Salesforce e le nuove assunzioni nell'Ai

    Uno dei piani di licenziamento più vasti dello scorso anno è stato quello di Salesforce, il colosso del cloud di San Francisco. A gennaio di un anno fa annunciò 800 licenziamenti tra gli 80.000 dipendenti. A settembre, durante l’evento annuale di San Franscisco, l’azienda svelò il proprio piano di mettere l’Ai al centro. Di diventare un’Ai company. Non ci sono dati ufficiali, ma da quanto risulta a La Stampa l’azienda oggi sarebbe di nuovo vicina agli 80.000 dipendenti. E i nuovi assunti si occupano in qualche modo di Ai. Stessa cosa per Meta, che sta assumendo in quel settore. E stessa cosa per Google, che ha centinaia di posizioni aperte sull’Ai.

    L’anno dell’efficienza non è ancora terminato. Molti analisti sono convinti che ci saranno altri licenziamenti e altre assunzioni, in un turnover estenuante che mette in discussione capacità, competenze e chiede ai dipendenti di ripensarsi, reinventarsi, acquisire conoscenze nuove. Ancora.
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