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Posts written by Kill Dogma Revolution !

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    Il rapper di St. Louis 607 Unc afferma di essere fuggito dagli Illuminati "sacrificando" suo figlio

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    Il rapper di St. Louis 607 Unc ha affermato di essere stato un membro degli Illuminati e di essere riuscito a sfuggirgli solo offrendo suo figlio in sacrificio.

    https://hiphopdx.com/news/607-unc-escape-i...i-sacrifice-son

    21 settembre 2023, 16:00 PDT

    607 Unc, meglio conosciuto nel circuito Hip Hop locale del Missouri, ha affermato di essere stato costretto a sacrificare il proprio figlio per sfuggire agli Illuminati.

    Durante un'intervista di Off The Porch pubblicata martedì (19 settembre), il rapper di St. Louis ha fatto una serie di commenti bizzarri. Oltre a prendersi il merito di aver scritto il successo di Nelly del 2000, "Country Grammar", ha anche offerto un breve ricordo della sua affiliazione con gli Illuminati e di ciò che gli è servito per fuggire.

    "Sono la prima persona ad andarsene", ha detto con una mazzetta di contanti in mano. “Ho fatto il sacrificio estremo e ho liberato gli Illuminati. Sono la prima persona che può parlarne. Sì, ho sacrificato mio figlio.

    È difficile dire se lo sputatore del Midwest stia scherzando o no, anche se ha detto di essere "dannatamente serio" riguardo al fatto di essere "metà Illuminati e metà strada".

    Guardatelo parlare della società segreta al minuto 5:23 qui sotto, pochi minuti prima che lanciasse l'intervista:



    Unc non è il primo rapper a fare questa affermazione poiché anche Jay Electronica ha apparentemente "incontrato" gli Illuminati . Tuttavia, l'enigmatico rapper ha detto di non essere rimasto affatto colpito da ciò che ha visto.

    Il paroliere di Roc Nation si è scatenato su Twitter all'inizio di quest'anno, durante il quale ha affermato diverse teorie del complotto sostenute senza alcuna prova.

    “Ps, Gli Illuminati? Li ho incontrati. Non sono tutto questo. Chiedi loro di me", ha twittato, aggiungendo: "Ps, i dominicani controllano Hollywood".

    Altrove, ha detto: “Ps, i dominicani controllano il sistema bancario… Ps, i visigoti gestiscono un giro di pedofilia a Hollywood… Ps, gli albini controllano il complesso industriale militare”.

    L'ossessione dell'hip hop per gli Illuminati è ben documentata , con Cardi B che è uno dei tanti rapper accusati di essere a fianco di questo sfuggente culto.

    Dopo la sua breve separazione dal marito Offset nel 2020, la bomba del Bronx ha pubblicato una foto su Instagram in cui indossava un costume da diavolo rosso, con il risultato che i fan hanno immediatamente accusato il rapper "WAP" di far parte degli Illuminati .

    "Corna Smh Illuminati", ha scritto un utente, mentre un altro ha affermato: "Hai venduto la tua anima per fama e denaro".

    Altri hanno detto: “ILLUMINATI CONFERMATO” e “Illuminati si è unito alla chat”.

    "Basta con la merda degli Illuminati", ha risposto Cardi. “Erano solo i costumi per un video di TikTok DAMN!”

    Ha anche scritto nella sezione commenti: “Non mi unirò mai a nulla, preferisco morire sul lastrico. [Il denaro non può] comprare la mia fede in DIO”.
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    5,3 miliardi di dollari spesi in armi a energia diretta nel 2022: è arrivata la nuova era della “guerra climatica”?

    Annesso a ITALIA : https://killdogma.forumfree.it/?t=79813724

    https://michelchossudovsky.substack.com/p/...ary-experiments

    Michel Chossudovsky è un autore pluripremiato, professore di economia (emerito) presso l'Università di Ottawa, fondatore e direttore del Centro di ricerca sulla globalizzazione (CRG) di Montreal, nonché fondatore ed editore di Global Research.

    Da oltre vent'anni il professor Chossudovsky si occupa del tema delle armi energetiche sviluppate da fonti governative. Nel 2007 ha pubblicato un articolo sulla "guerra meteorologica" su The Ecologist, dove ha usato il termine "guerra climatica". Vedi:
    Attenzione agli esperimenti di guerra climatica dell'esercito americano

    Ora ha anche una pagina Substack, dove ha recentemente pubblicato alcuni articoli sulle armi a energia diretta (DEW). Riferisce che le DEW sono un "business da 5,3 miliardi di dollari (2022) che dovrebbe aumentare a 12,9 miliardi di dollari entro il 2027".

    Quindi le DEW non sono teorie cospirative. Sono reali e vengono spesi miliardi di dollari, soprattutto dal governo degli Stati Uniti con i fondi dei contribuenti americani.

    Oltre ai tradizionali appaltatori della difesa come Lockheed Martin, Raytheon, Boeing e molti altri che stanno sviluppando DEW, anche le Big Tech stanno diventando uno dei principali destinatari dei contratti del Dipartimento della Difesa. Elon Musk ha attualmente il maggior numero di satelliti in orbita, molti dei quali finanziati e utilizzati dalle forze armate statunitensi e dalla loro nuova branca militare, la Space Force, avviata da Donald Trump durante il suo mandato di Presidente degli Stati Uniti.

    Anche Amazon.com si è aggiudicata contratti da miliardi di dollari per la realizzazione di hardware nello spazio.

    È qui che si trova il VERO pericolo delle Big Tech, e non la montatura dell'IA a cui vogliono far credere la gente e che ora sta ottenendo tutta l'attenzione (presumibilmente) di Washington D.C.

    Quando vedete costantemente il volto di Elon Musk apparire in foto con capi di Stato, come la sua presunta prossima visita con il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu, non fatevi ingannare dal fatto che stiano solo parlando di tutti i pericoli che l'IA presenta per l'umanità, o che stiano aprendo nuovi impianti Tesla.

    È più che probabile che le armi a energia diretta e la corsa agli armamenti nello spazio siano l'argomento più scottante, ed Elon Musk ha attualmente i migliori prodotti sul mercato per questo, con migliaia di satelliti della sua società SpaceX già in orbita.

    La "guerra climatica" è stata esclusa dall'agenda sul cambiamento climatico.
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    Vogliono che tutti i paesi seguano ciecamente le loro idee, si chiama dittatura.

    L'attivista comunista cilena Valentina Muñoz minaccia chi rifiuta di cedere all'Agenda 2030: "Questa non è più una trattativa. Per questo si chiama agenda e non lista dei desideri".


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    Nuova campagna vaccinale anti-Covid: vaccini aggiornati in arrivo dal 25 settembre

    www.ilsole24ore.com/art/covid-25-s...et-newtab-it-it

    La richiesta di anticipare i tempi della campagna vaccinale arriva direttamente dal ministero della salute che ha scritto le Regioni per informarle sull’arrivo a breve delle dosi



    19 settembre 2023

    Si accorciano i tempi della nuova campagna vaccinale sul Covid: dal 25 settembre è in arrivo il primo milione scarso di dosi, si tratta soprattutto di vaccini Pfizer e di una piccola scorta del vaccino Novavax. La richiesta di anticipare i tempi della campagna vaccinale arriva direttamente dal ministero della salute che ha scritto le Regioni per informarle sull’arrivo a breve delle dosi di vaccino aggiornato per coprire le nuove varianti di Sars-CoV-2. In pista per le somministrazioni ci saranno farmacie e medici di famiglia.

    Si comincerà con i grandi anziani e i fragilissimi

    A partire dalla prossima settimana, saranno disponibili i nuovi vaccini anti-Covid aggiornati contro la variante Xbb, attualmente in circolazione (e non più dal 2 ottobre), come annunciato anche dal ministro Orazio Schillaci . Mentre «Le successive consegne - si legge nella comunicazione del ministero alle Regioni - avverranno comunque dalla settimana del 9 ottobre». La prima tranche di vaccini sarà prioritariamente destinata ai grandi anziani (over 80 in su) e agli ospiti di Rsa e pazienti super fragili. Il vaccino come noto è raccomandato in particolare a over 60, pazienti fragili, donne in cinta e operatori sanitari (oltre 20 milioni di italiani). In pista per la nuova campagna vaccinale che andrà a braccetto con quella dell’influenza ci saranno gli studi dei medici di famiglia - in Italia sono 40mila - e i 50mila farmacisti che hanno seguito i corsi per fare le vaccinazioni.
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    L’esercito torna a Monza, il ministro Piantedosi ha firmato: militari in arrivo a settembre
    Il senatore Romeo in pressing da tempo: "Deciderà la Prefettura, ma da monzese penso subito alla stazione"

    https://www.ilgiorno.it/monza-brianza/cron...tembre-55a5744e



    L’esercito tornerà in città. Dopo un paio d’anni di assenza, i primi militari, 15 in tutto, arriveranno a settembre. Lo ha deciso il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che ha firmato il decreto nei giorni scorsi. Massimiliano Romeo, il presidente monzese del senatori leghisti, conferma la notizia che conclude un lungo pressing sulla questione: "Saranno operativi dal mese prossimo, naturalmente poi deciderà la Prefettura in quali zone impiegarli. Ringrazio il ministro Piantedosi e il sottosegretario Nicola Molteni, che hanno dimostrato particolare sensibilità su un tema che avevo portato avanti".

    Per Monza non è una novità. Già nel 2015 le tute mimetiche erano comparse nei cosiddetti luoghi sensibili della città, dalla Villa Reale - indicata in un primo tempo come sede di rappresentanza di Expo ma mai usata per motivi di sicurezza - fino al Duomo e alla stazione ferroviaria. In quell’occasione l’operazione “strade sicure“ aveva portato in città una trentina di militari provenenti dal Raggruppamento Lombardia della caserma Santa Barbara di via Perrucchetti a Milano. Un’iniziativa nata di concerto tra i ministeri dell’Interno e della Difesa per promuovere la collaborazione tra le forze dell’ordine e l’esercito italiano al fine, spiegava allora la Prefettura, di "incrementare la percezione del livello di sicurezza dei cittadini, anche alla luce della recente situazione di crisi internazionale".

    Dopo la smobilitazione al termine di Expo, nel 2018 il ritorno dei militari armati alla stazione, ma anche e lungo corso Milano, in piazza Castello, in via Artigianelli, e la domenica pomeriggio nelle vie del centro storico. Poi un nuovo addio. "Il governo Conte tagliò il contingente militare da 7mila a 5mila unità, un taglio che entrò in vigore nel 2021 con Draghi – ricorda Romeo –. Da allora ci siamo battuti per il reintegro e ora siamo riusciti a fare in modo che i militari tornino a Monza". Dove andranno? "Non è mia comptenza, ma il primo luogo a cui pensa un monzese è la stazione".
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    Meloni: "Arriveranno a milioni, serve una missione europea navale"

    VIDEO : https://video.repubblica.it/politica/melon...e/452632/453595

    La tensione sul tema immigrazioni dopo i migliaia di arrivi a Lampedusa e i continui attacchi della Lega spingono Giorgia Meloni a registrare una clip di sei minuti e mezzo in cui annunncia di aver invitato von der Leyen a vederee l'hotspot dell'isola siciliana, annuncia “arriveranno a milioni" e “serve una missione europea navale.
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    La svolta militare di Palazzo Chigi per tenere a bada la fronda di Salvini

    La decisione di dare una risposta forte viene presa al termine di una riunione con i ministri Crosetto e Piantedosi. Irritazione per l’ultimo attacco di Calderoli

    https://www.repubblica.it/esteri/2023/09/1...anze-414644544/

    Roma — Il videomessaggio all’ora dei tg è la mossa del cavallo. Giorgia Meloni la attua per scavalcare il pressing dell’Europa e per liberarsi dallo spettro incombente del fallimento su uno dei punti centrali del suo programma. Ma anche per svincolarsi dalla morsa della Lega che, in versione pre-Pontida, sull’immigrazione si è messa ad attaccare a testa bassa. Il silenzio diventa imbarazzo e poi rabbia, nella giornata più nera della premier. Aveva promesso il blocco navale, aveva esordito al governo con un provvedimento contro le Ong, poi ha inseguito la chimera di un accordo con il governo della Tunisia retto da un autocrate. E ora si ritrova con un boom di sbarchi e con gli alleati del Carroccio a prendere le distanze, quasi a maramaldeggiare sul suo approccio troppo soft al problema.

    La decisione di dare una risposta, forte e plateale, viene presa in mattinata, al termine di una riunione a Palazzo Chigi con i ministri Matteo Piantedosi e e Guido Crosetto, e con il sottosegretario Alfredo Mantovano, che precede la partecipazione all’assemblea di Confindustria. Matteo Salvini, si fa notare, non c’è. Motivazione ufficiale che non scaccia i cattivi pensieri: il leader leghista è a Palermo, impegnato nel processo a suo carico. L’accelerazione, comunque, matura. E matura, per Meloni, in un clima di crescente insofferenza, di irritazione verso Bruxelles e verso i compagni di viaggio. Meloni scrive la lettera a Ursula von der Lyen, invitandola a verificare di persona la tragedia di Lampedusa (ma anche a garantire i 250 milioni dell’Ue promessi a Saied), scrive pure a Charles Michel per additare come “insoddisfacenti” i risultati degli impegni presi dai Paesi dell’Europa sulla tutela dei confini esterni. Ma decide infine di rifilare una stoccata ai leghisti che in queste ore dicono chiaro e tondo che la via diplomatica della premier “non funziona”. Ecco come nasce quel passaggio del video in cui Meloni scandisce: «La strategia del governo italiano è quella più seria. Anche se ci vorrà tempo e determinazione».

    D’altronde, la comunicazione serale arriva nel bel mezzo di uno scontro aperto nel governo. L’ultimo affronto, per la responsabile del governo, arriva da Roberto Calderoli, ministro di lunga navigazione e provata vicinanza al titolare di via Bellerio: «Quando Matteo Salvini era ministro degli Interni – dice Calderoli a metà pomeriggio - tutto ciò non si verificava, per cui a buon intenditor poche parole». Meloni legge queste parole e trasecola. Il malessere rimbomba nella battuta feroce trasmessa da fonti della Presidenza: «Calderoli sta chiedendo le dimissioni di Piantedosi?». E non è affatto piaciuta, né alla premier né al ministro della Difesa Guido Crosetto, la dichiarazione di Salvini sulla necessità di inviare la Marina nel Mediterraneo per fermare le imbarcazioni dei migranti. Al di là del merito, questa affermazione viene letta come un’invasione di campo. L’ennesima, da parte dell’ex Capitano che ha fatto della lotta all’immigrazione illegale un cavallo di battaglia, quando ancora sognava di fare il premier.

    Il ministro della Difesa ricorda bene cosa accadde a marzo, prima del consiglio dei ministri di Cutro, quando nella bozza del decreto scritto per poter dare la caccia «agli scafisti in tutto il globo terracqueo» spuntò il famigerato “dispositivo integrato interministeriale di sorveglianza marittima”, un organismo che avrebbe dato tutto il potere proprio alla Marina e dunque a Crosetto, escludendo Salvini dalle operazioni di sorveglianza in mare. Il vicepremier, in quell’occasione, andò su tutte le furie e chiese di ritirare l’emendamento. Solo qualche mese fa, si sottolinea, Salvini fece di tutto perché la Marina non si potesse occupare di immigrazione e adesso la invoca. E dagli ambienti del ministro della Difesa arriva un’altra battuta senza filtro: «Salvini è passato dal “faso tuto mi!” a una cosa che assomiglia al “mandate l’esercito” di alemanniana memoria...». Il sarcasmo che anima gli “off” del governo la dice lunga sul momento. Una cosa è certa: la Difesa adesso avrà un ruolo non secondario nella partita: al ministero di Crosetto, e non agli Interni, è stata affidata la realizzazione dei nuovi centri dove saranno trattenuti gli immigrati illegali.

    L’enfasi della reazione di Meloni, quell’appello accorato in coda, rivolto direttamente agli elettori («Lavoriamo ogni giorno per mantenere gli impegni che abbiamo sottoscritto con voi») racconta dell’incubo di un flop, anche alla luce dei sondaggi che raccontano di una flessione del consenso per il partito della premier. Sullo sfondo, il timore più sottile. Che del fallimento dell’azione di contrasto all’immigrazione illegale stia tentando di avvantaggiarsi non l’opposizione. Ma, guarda un po’, il compagno di banco.
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    Nuova alluvione Emilia Romagna: Scoperti ANCORA sorvoli di geoingegneria insistenti

    Le notizie sull'alluvione : https://www.google.com/search?client=firef...0&bih=923&dpr=1

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    La traccia aerei coinvolti : www.flightradar24.com/data/flights/asr153#30481a10
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    Cancro tra gli under 50: aumento del 79% negli ultimi 30 anni
    *GRazie alle innumerevoli fonti di avvelenamento + radiazione elettromagnetica


    https://www.ilsole24ore.com/art/in-trent-a...et-newtab-it-it

    Lo studio appena pubblicato su Bmj Oncology prevede che i nuovi casi di cancro precoci e i decessi associati aumenteranno rispettivamente nel 2030 di un ulteriore 31% e 21% . E i più a rischio saranno i quarantenni

    di Francesca Cerati

    6 settembre 2023

    Negli ultimi tre decenni (1990-2019) il numero di nuovi casi di tumori negli under 50 è aumentato del 79%. E secondo la ricerca appena pubblicata su Bmj Oncology, questa crescita sorprendente si registra a livello globale.

    Finora la maggior parte di questi studi osservazionali si sono concentrati sulle differenze regionali e nazionali e pochi hanno esaminato la questione da una prospettiva globale o valutando i fattori di rischio per i giovani adulti, sottolineano i ricercatori dell'Università di Edimburgo in Scozia e della Zhejiang University School of Medicine di Hangzhou, in Cina che hanno condotto lo studio.

    Nel tentativo di colmare queste lacune di conoscenza, gli autori dell’analisi hanno attinto ai dati dello studio Global Burden of Disease 2019 per 29 tumori in 204 paesi e regioni. Quindi hanno esaminato l'incidenza (nuovi casi), i decessi, le conseguenze sulla salute (attesa di vita corretta per disabilità) e i fattori di rischio nelle persone di età compresa tra i 14 e i 49 anni così da stimare la variazione percentuale annua compresa tra il 1990 e il 2019. In quest’ultimo anno, le nuove diagnosi di cancro tra gli under 50 sono state complessivamente 3,26 milioni, cioè il 79% in più rispetto al dato del 1990.

    Nel complesso, il cancro al seno ha rappresentato il maggior numero di questi casi e dei decessi associati, rispettivamente 13,7 e 3,5/100.000 della popolazione mondiale.

    Ma i nuovi casi di cancro alla trachea e alla prostata a esordio precoce sono aumentati più rapidamente tra il 1990 e il 2019, con variazioni percentuali annue stimate rispettivamente del 2,28% e del 2,23%. All'estremità opposta dello spettro, il cancro al fegato a esordio precoce è diminuito di circa il 2,88% ogni anno.

    Sempre nel 2019, sono morte di cancro più di 1 milione di persone sotto i 50 anni, con un aumento di poco meno del 28% rispetto al dato del 1990.

    Dopo il cancro al seno, i tumori che hanno causato il maggior numero di decessi e conseguenti problemi di salute sono stati quelli della trachea, del polmone, dello stomaco e dell'intestino, anche se l'aumento più marcato dei decessi ha riguardato le persone con cancro ai reni o alle ovaie.

    Sulla base delle tendenze osservate in questi ultimi trent’anni, i ricercatori stimano anche che il numero globale di nuovi casi di cancro a esordio precoce e di decessi associati aumenterà rispettivamente di un ulteriore 31% e 21% nel 2030, con i quarantenni che saranno i più a rischio.

    Quanto alle cause, è probabile che i fattori genetici abbiano un ruolo - affermano i ricercatori - ma i principali fattori di rischio alla base dei tumori più comuni tra gli under 50 sono diete ricche di carne rossa e sale (e povere di frutta e verdura), il consumo di alcol e tabacco, insieme all'inattività fisica, all'eccesso di peso e all'alto livello di zucchero nel sangue, stando a quanto indicano i dati.

    Detto questo, gli stessi autori riconoscono alcuni limiti ai loro risultati: innanzitutto la qualità variabile dei dati dei registri dei tumori nei diversi paesi potrebbe aver generato sotto-segnalazioni e sotto-diagnosi. E poi non è ancora chiaro in che misura lo screening e l'esposizione ai fattori ambientali nella prima infanzia possano influenzare le tendenze osservate.

    E in un editoriale collegato all’analisi pubblicata, i medici del Centro per la sanità pubblica della Queen’s University di Belfast, sottolineano che «anche se probabilmente i fattori legati allo stile di vita hanno un ruolo, si stanno esplorando nuove aree di ricerca come l'uso di antibiotici, il microbioma intestinale, l'inquinamento dell'aria e le esposizioni nei primi anni di vita». E aggiungono che sono urgentemente necessarie misure di prevenzione e diagnosi precoce, insieme all'identificazione di strategie di trattamento ottimali per i tumori a esordio precoce, che dovrebbero includere un approccio olistico per affrontare le esigenze specifiche di terapia di supporto dei pazienti più giovani».
    «C'è un urgente bisogno di partenariati, collaborazioni e distribuzione delle risorse a livello globale per raggiungere questi obiettivi», concludono.
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    Assenteismo scolastico, in Giappone robot in aula al posto degli studenti

    Kumamoto, in Giappone, introduce robot di telepresenza per combattere l'assenteismo scolastico.

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    Nella città di Kumamoto, in Giappone, si sta sperimentando un approccio all'istruzione piuttosto diverso. Grazie alla tecnologia, gli studenti si ritrovano in classe attraverso robot di telepresenza. Questi dispositivi, controllati a distanza, offrono una soluzione pratica e avanzata per affrontare il crescente problema dell'assenteismo scolastico.

    La città di Kumamoto, situata nella parte sud-occidentale del Giappone, sta affrontando un problema che ha visto un aumento preoccupante negli ultimi anni: l'assenteismo scolastico. Secondo il quotidiano giapponese The Mainichi, il numero di studenti assenti è cresciuto in modo significativo. È più che raddoppiato, per la precisione, passando da 1.283 nel 2018 a ben 2.760 nel 2022. Di fronte a questa sfida, le autorità scolastiche hanno cercato soluzioni non convenzionali.
    La risposta tecnologica all'assenteismo scolastico

    Inizialmente, il distretto ha proposto soluzioni più tradizionali, come le lezioni online. Queste "classi virtuali" hanno avuto un certo successo, con molti studenti che hanno riferito una riduzione dell'ansia comunicativa e un miglioramento dell'autostima.

    Tuttavia, la scuola ha deciso di andare oltre, introducendo un elemento che sembra uscito da un romanzo di fantascienza: i robot di telepresenza. Un esperimento avviato anche da altri istituti nel mondo, per la verità, ma solo a beneficio di studenti costretti ad assentarsi per mesi da problemi fisici.

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    Come funzionano?

    Questi robot, soprannominati "Classroomba", sono essenzialmente tablet montati su una base con ruote. Gli studenti possono controllare i movimenti del robot da casa, comunicando con compagni e insegnanti attraverso videochat. Ma non si tratta solo di una semplice videoconferenza. Questi robot permettono agli studenti di "muoversi" liberamente nello spazio della classe, partecipando attivamente alle lezioni e interagendo con gli altri come se fossero fisicamente presenti.

    So che vi sembrerà una roba assurda. A me sembra assurda. L'introduzione di questi robot, ad ogni modo, non è solo una risposta all'assenteismo scolastico, ma rappresenta un tentativo di creare un ponte tra l'istruzione online e quella tradizionale. La speranza è che, attraverso l'uso di questi robot, gli studenti possano gradualmente superare le loro ansie e timori, preparandosi a frequentare le lezioni in presenza, in particolare al liceo.

    L'uso di un'interfaccia remota per stimolare la "nostalgia" della fisicità. Potrebbe funzionare?

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    Verso il futuro dell'istruzione

    Se questo esperimento a Kumamoto dovesse funzionare (i risultati sono previsti per marzo 2024), potrebbe aprire la porta a nuove modalità di apprendimento e insegnamento in Giappone, e confermare come i confini tra il reale e il virtuale stiano diventando sempre più sfumati.

    Chissà, forse un giorno vedremo robot di telepresenza in aule di tutto il mondo. Non è una prospettiva che mi rende felice, sarò sincero: questa volta la tecnologia non ha un ruolo salvifico, ma quasi accondiscendente di un contesto, quello nipponico, in cui la solitudine è diventata uno stile di vita, addirittura un motore economico.

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    Covid, l’appello dei pediatri: “Presidi allo sbaraglio, occorrono linee guida anche per la scuola”

    www.repubblica.it/cronaca/2023/09/...uola-414151980/



    A chiedere regole ai ministeri della Salute e dell’Istruzione è Antonio D’Avino, presidente nazionale della Fimp, Federazione italiana medici pediatri
    12 Settembre 2023 alle 05:09


    Sette milioni di alunni stanno tornando in classe. Il timore è che con loro, tra banchi e cattedre, si annidi il Covid. :mah:

    A chiedere regole ai ministeri della Salute e dell’Istruzione non sono solo i presidi, ma anche i medici. Antonio D’Avino è presidente nazionale della Fimp, Federazione italiana medici pediatri. Il governo ha deciso di trattare il Covid come una normale infezione, cancellando quasi tutte le regole di prevenzione. Per la scuola è un rischio?

    «Come in tutte le situazioni complesse, servono norme precise. Quel che chiediamo è un tavolo con ministero della Salute, dell’Istruzione, medici di assistenza primaria e pediatri di famiglia per trovare delle linee guida condivise sulla gestione del Covid sul territorio. Qualche giorno fa il ministero ha emanato una circolare con le regole per gli ospedali. Un documento simile sarebbe utile anche per le scuole».

    Oggi studenti o docenti positivi possono entrare in classe. Stiamo dando al virus troppa libertà?

    «Non credo che un preside accetterà a cuor leggero che un alunno o un lavoratore entrino in classe con il virus. Nemmeno un genitore lo farebbe».

    Quindi cosa accadrà?

    «Che i presidi chiederanno ai pediatri un certificato medico che escluda la contagiosità del bambino. Non è semplice però, senza linee guida condivise con i ministeri della Salute e dell’Istruzione, attestare una cosa simile. Di fatto scaricherebbe tutta la responsabilità sui pediatri di famiglia». :mah:

    Cosa chiedete esattamente?

    «Chiediamo al Ministero della Salute che prenda in mano la situazione e ci indichi come dobbiamo gestire il Covid nel territorio: a scuola, al lavoro, nella vita di tutti i giorni. Proprio come la settimana scorsa è stato fatto con la circolare che regola l’uso dei tamponi in ospedale».
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    Libia devastata dalla tempesta Daniel, “solo a Derna 10mila vittime, scomparso 25% della città”: migliaia di morti e dispersi

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    Oltre tremila morti accertati, migliaia di dispersi, più di seimila, e circa settemila feriti. Si aggrava drammaticamente il bilancio delle inondazioni in Libia dove si temono oltre 10mila morti solo nella città di Derna, nell’est del Paese (la quarta più grande con 120mila abitanti), devastata dal passaggio della tempesta Daniel. “I morti potrebbero superare i diecimila, soltanto a Derna,”, ha detto Ahmed Wali, consigliere di diverse circoscrizioni di Tripoli, riferendo “informazioni che derivano dalla televisione di Bengasi”. “Anche uno dei ministri ha accennato a una cosa del genere”, ha aggiunto il consigliere. Fra le altre città colpite nel fine settimana dalla catastrofe naturale ci sono Bengasi, Bayda, Al Marj e Soussa.

    “Sono tornato da Derna. È un disastro. Corpi giacciono ovunque: nel mare, nelle valli, sotto gli edifici”, ha detto telefonicamente a Reuters Hichem Chkiouat, ministro dell’aviazione civile e membro del comitato di emergenza. “Il numero dei corpi recuperati a Derna supera i mille”, ha detto. Si aspetta che il bilancio finale sarà “davvero, davvero grande”. “Non esagero quando dico che il 25% della città è scomparso. Moltissimi edifici sono crollati”, ha aggiunto.

    Decine delle vittime sono state seppellite in fosse comuni nel cimitero di Martouba, a una ventina di chilometri alle porte di Derna. A causa delle piogge torrenziali e del conseguente crollo di due dighe che hanno lasciato defluire 33 milioni di metri cubi d’acqua, sono andate distrutte centinaia di case e cinque quartieri residenziali. La mancanza di risorse e il difficile accesso a queste zone montuose ha costretto le squadre di soccorso e i cittadini a estrarre centinaia di vittime dalle macerie a mani nude e a seppellirle in fosse comuni nel cimitero alle porte della città. Le autorità contrapposte dell’Est e dell’Ovest, hanno chiesto alla comunità internazionale aiuti umanitari, tra cui macchinari pesanti, forniture mediche e cibo.

    La Turchia ha inviato tre aerei con aiuti umanitari e personale per le operazioni di soccorso. “Continuiamo a mandare squadre per le operazioni di soccorso e forniture di aiuti alla Libia, Paese amico fraterno”, ha affermato il ministero della Sanità di Ankara nell’annunciare la partenza del terzo aereo carico di aiuti, come riporta Anadolu. Anche l’Italia ha attivato la Protezione civile, su richiesta della premier, Giorgia Meloni; e secondo il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, “una squadra avanzata di valutazione è già in partenza”.

    Papa Francesco è “profondamente addolorato” per “l’immensa perdita di vite umane e distruzione causate dall’inondazione della parte orientale della Libia”. In un telegramma inviato dal Segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin al nunzio apostolico in Libia, mons. Savio Hon Tai-Fai, il Papa “assicura le sue preghiere per le anime dei defunti e per tutti coloro che ne piangono la perdita” ed “esprime vicinanza spirituale ai feriti, a coloro che temono per i loro cari scomparsi” e al personale di emergenza che fornisce soccorso e assistenza.

    Messaggio anche dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “Le inondazioni provocate dall’uragano Daniel, che ha così duramente colpito la parte orientale della Libia ed in particolare la citta’ di Derna, provocano profonda tristezza e sentimenti di sincera partecipazione al dolore dell’amico popolo libico. In questo spirito – scrive il capo dello Stato – desidero far pervenire a Lei, signor Presidente, e alle famiglie dei deceduti il profondo cordoglio dell’Italia tutta e mio personale. Ai numerosi feriti e a quanti hanno subito pesanti perdite materiali auguriamo un pronto ristabilimento”.
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    Terremoto tra Italia e Slovenia, scossa di magnitudo 3.6

    https://tg24.sky.it/cronaca/2023/09/11/ter...a-slovenia-oggi

    11 set 2023 - 15:40

    Il sisma al confine tra i due Paesi si è verificato poco dopo le 15 a una profondità di 14 km

    La terra torna a tremare al confine tra Italia e Slovenia. Nel primo pomeriggio di lunedì 11 settembre una scossa di magnitudo 3.6 è stata registrata in Slovenia, proprio vicino al confine con il nostro Paese. Secondo i dati raccolti dall’Ingv, la scossa si è verificata poco dopo le 15 a una profondità di 14 km. Il sisma, vicino a Udine e Gorizia, non ha creato, secondo quanto si apprende, danni né feriti.
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    Neonati in pericolo di vita: cosa sta succedendo in Europa

    https://newsmondo.it/neonati-pericolo-vita...opea/attualita/



    11 Settembre 2023 15:55

    A causa delle norme europee, certificare alcuni dispositivi sta arrecando complicazioni ai medici che dovrebbero salvare la vita ai neonati.

    La legge approvata a Bruxelles richiede controlli e certificazioni migliori su una serie di dispositivi medici utilizzati in ospedale. Tuttavia, le norme restrittive e le procedure troppo costose spingono molte aziende a bloccare la produzione. La questione ricade sui neonati e bambini che necessitano di cure, ma che si scontrano con la carenza di strumenti fondamentali per gli ospedali.

    Il problema dei costi elevati

    A seguito di alcuni casi tragici avvenuti negli ospedali, Bruxelles ha pensato bene di intervenire per rendere più sicuri i prodotti utilizzati nei pazienti, come le protesi mammarie PIP e le protesi d’anca. A maggio 2021 così è stato approvato il nuovo regolamento sui dispositivi medici (Mdr).

    La norma in teoria offrirebbe maggiori tutele, chiedendo più controlli al processo di produzione e metodi di certificazione più accurati. Tuttavia, la decisione dell’Europa si starebbe rivoltando contro le aziende, che sono tenute a sostenere costi più elevati.

    Il pericolo per i neonati

    Già a fine giugno l’Accademia europea di pediatria aveva lanciato l’allarme, segnalando alla commissaria europea alla Salute Stella Kyriakides gli effetti negativi che avrebbero potuto danneggiare la salute dei piccoli pazienti.

    “Ciò comporterà un rischio evitabile di morte e lesioni gravi, non come conseguenza di dispositivi medici non sicuri, ma come conseguenza della scomparsa di dispositivi a causa di effetti imprevisti del regolamento Ue sui dispositivi medici (Mdr)”, si legge nella lettera.


    Adesso anche i medici europei chiedono di modificare la norma per evitare che ci siano rischi sempre maggiori determinati dalla carenza o assenza di attrezzatura salvavita. Il problema riguarda soprattutto le piccole imprese che producono dispositivi specifici per neonati o per chi soffre di malattie rare.
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    https://auto.everyeye.it/notizie/case-auto...ina-670397.html

    Le case automobilistiche conoscono quasi alla perfezione i comportamenti degli automobilisti, persino quando si accoppiano.

    Questo quanto emerge dallo studio realizzato da Mozilla dal titolo “Privacy Non Included”, focalizzato appunto sui dati carpiti dalle aziende.

    Lo studio, riguardante gli Stati Uniti, esamina da vicino le informazioni che le case automobilistiche raccolgono, quindi come queste vengono usate e quale sia il livello di privacy sui dati personali.

    Non abbiamo dati certi, ma stando a quanto specificato da Carbuzz pare che Nissan e Kia raccolgano anche dati sulla vita ses*uale di guidatori. Non è ben chiaro come ciò avvenga ma questo è quanto emerso dal sondaggio, e cosa che appare abbastanza bizzarra.

    Mozilla, per completare il suo studio, ha intervistato 25 marchi automobilistici, e quasi tutti hanno ricevuto l'etichetta di “privacy non inclusa”, rendendo l'industria automobilistica la peggiore dal punto di vista del trattamento dei dati, specifica la stessa Mozilla.

    Fra i marchi intervistati vi si trovano BMW, Subaru, Jeep, Dodge, Volkswagen, Toyota, Ford, Audi, Honda, Chevy, Cadillac e Tesla. Renault è risultata essere quella più trasparente del gruppo, mentre Tesla quella peggiore in assoluto secondo quanto comunicato da Mozilla.

    Su 25 marchi, inoltre, due terzi hanno ricevuto una valutazione negativa in merito all'utilizzo dei dati. Ma come vengono raccolte tutte queste info? Ogni veicolo moderno ha un microfono interno e una telecamera rivolta al conducente. L'auto sa inoltre cosa ascolti, dove ti trovi grazie alla navigazione, quanto tempo trascorri in un determinato posto, se utilizzi alcune funzioni e app, e via discorrendo.

    E la situazione potrebbe addirittura peggiorare visto che, secondo l'UE, dal 2024 diverrà obbligatorio introdurre un anti virus sulle auto: se da una parte ciò ci metterà al riparo da eventuali attacchi hacker, dall'altro rischia di costringerci a fornire ancora più info e a condividere nostre abitudini online.
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